Archivo mensual: octubre 2015

Morsolin partecipa alla tavola rotonda “DISEGUAGLIANZA E PROPRIETA’ ” a Roma

DISEGUAGLIANZA E PROPRIETA’

PRESENTAZIONE A ROMA DELL’AGENDA LATINOAMERICANA 2016

Lunedì 26 ottobre 2015 – Ore 20:00

ROMA Via C. Baronio, 61 (Metro A “Furio Camillo”)

Lunedì 26 Ottobre alle ore 20:00 a Roma presso la sede dell’Ass. S.A.L., in via Cesare Baronio, 61 (Appio Latino) verrà presentata l’edizione italiana dell’Agenda Latinoamericana 2016. E’ il libro latinoamericano più diffuso ogni anno, dentro e fuori questo Continente, ed è pubblicato in Spagnolo e tradotto in Inglese, Portoghese, Catalano ed Italiano. Agenda giornaliera ricca di testi, contributi e commenti di esperti e testimoni, quest’anno affronta il complesso tema della relazione tra “diseguaglianza” e “proprietà”.

Nel 2016 l’1% più ricco della popolazione mondiale possederà il 50% della ricchezza patrimoniale globale superando così una cifra record simbolica. Ad oggi 85 persone possiedono, da sole, il 50% della ricchezza mondiale…e il divario cresce. Forse occorre pensare e fare qualcosa di più equo e sostenibile. Urge muoversi e agire a livello locale e globale.

Lunedì 26, alle h. 20 ne parleremo in una TAVOLA ROTONDA con Francesco Martone, senatore della Repubblica, Claudia Fanti, giornalista dell’Agenzia ADISTA e Cristiano Morsolin, educatore sociale italiano attivo in America Latina e di passaggio in Italia. Parteciperanno responsabili e operatori di Associazioni, Enti e testate giornalistiche. Le religioni, le politiche, i movimenti ambientali e quelli giovanili sono chiamati ad una nuova e urgente partecipazione solidale.

L’evento promosso a Roma da S.A.L Solidarietà con l’America Latina ONLUS,  Amistrada Rete di amicizia con le ragazze e ragazzi di strada ONLUS, Ass. Sulla strada ONLUS e ADISTA Agenzia di Stampa

INFO e PRENOTAZIONE COPIE AGENDA 347.5730360 – info@saldelatierra.org – www.facebook.com/salonlus

ROMA-ADISTA. Introduzione di Claudia Fanti

Che la disuguaglianza sociale nel mondo stia superando il limite di guardia, toccando livelli mai raggiunti prima nella storia, ce lo dicono prima di tutto i numeri: 85 persone possiedono l’equivalente del patrimonio della metà povera dell’umanità. E a partire dal 2016, per la prima volta, la ricchezza dell’1% della popolazione mondiale supererà quella del rimanente 99%. Non stupisce, pertanto, che l’Agenda Latinoamericana – nel suo 25° anno di vita e di militanza di spirito con la Patria Grande e la Patria Mondiale, «verso la Patria Maggiore» – abbia scelto di dedicare a questo tema, “Disuguaglianza e proprietà”, l’edizione del 2016, consapevole di come l’uguaglianza rivesta «quel carattere trasversale, quasi trascendentale, che – sottolinea José María Vigil, ideatore dell’Agenda insieme a Pedro Casaldáliga – i rivoluzionari di tutti i tempi le hanno attribuito». E di come «il rapporto di causa-effetto tra la proprietà privata e le disuguaglianze sociali, la soppressione della proprietà e la condivisione dei beni della terra» rappresentino, come evidenzia Juan José Tamayo, «tre invarianti nella storia delle utopie prodotte in tutta la storia del genere umano».

È, infatti, proprio nel modo in cui si è costituita la proprietà privata dei beni dell’umanità (minacciando di estendersi agli esseri viventi, all’acqua, alla biodiversità, persino all’ossigeno) che la disuguaglianza affonda le sue radici, accompagnandosi oggi a un’altra drammatica e attualissima questione: quella della giustizia ambientale e climatica. Perché, è chiaro, difesa dell’ambiente e superamento della disuguaglianza devono, oggi, andare necessariamente di pari passo: se a essere in pericolo è la totalità degli ecosistemi del pianeta, l’impatto della crisi ambientale e climatica si rivela infatti straordinariamente diseguale e le regioni e le popolazioni più colpite sono proprie quelle che hanno meno responsabilità nelle dinamiche predatorie. È solo dunque attraverso un completo adeguamento del modello produttivo ai limiti del pianeta (accettando l’inevitabile decrescita della sfera materiale dell’economia) e una radicale ridistribuzione della ricchezza che diventa possibile, al tempo stesso, allentare la pressione umana sugli ecosistemi e garantire condizioni di vita degne per tutti.

Esattamente il contrario di ciò a cui oggi stiamo assistendo, mentre, come scrive Pedro Casaldáliga, «pecore e lupi commerciano in libertà», e altrettanto liberamente il capitale virtuale naviga attraverso le Borse valori, grazie al «sequestro democratico di una società in cui il popolo elegge e affida il potere ai plutocrati e i poveri votano i partiti dei ricchi», cosicché c’è quasi da «schiaffeggiarsi il viso o pizzicarsi il braccio per verificare che non abbiamo perso la sensibilità».

Una società così profondamente diseguale non potrà tuttavia sostenersi ancora a lungo. Se, come avverte Nick Hanauer, «non esistono esempi nella storia dell’umanità in cui la ricchezza si sia tanto accumulata senza che mai le persone insorgessero in armi», ci resta pur sempre, afferma Casaldáliga, la possibilità di optare, anziché per le armi, per un riarmo culturale, per un «lavoro di coscientizzazione, di pensiero critico, di resistenza», rompendo l’incantesimo dell’egemonia del capitale attraverso pratiche alternative di cittadinanza e una coerente e responsabile partecipazione politica democratica. Così da trasformare il sogno, «comprensibile eppure distruttivo», di entrare a far parte della piccola minoranza privilegiata di abitanti del pianeta – un sogno di cui, nota David Molineaux, «gli acquisti di massa di biglietti della lotteria rappresentano la punta dell’iceberg» – nell’anelito a una vita piena per tutti. Perché è questo il grande successo dell’attuale sistema di sfruttamento: aver ottenuto, come scrive Yayo Herrero, «che la gente guardi con gli stessi occhi di coloro che la opprimono», che «le persone facciano proprie, accettandole, le nozioni di progresso, ricchezza, proprietà, libertà o gerarchia che sono indispensabili perché il regime si mantenga». Smettiamola allora, una volta per tutte, come ci ricorda José Antonio Pagola, di adagiarci sul «nostro piccolo benessere, vuoto di compassione e di solidarietà», alimentando «in noi stessi questa “segreta illusione d’innocenza” che ci permette di vivere con la coscienza tranquilla, pensando che la colpa è di tutti e di nessuno».

E che questo sogno di una vita piena, di una vita in abbondanza per tutta l’umanità e per tutte le creature del pianeta, sia davvero possibile, ce lo dice, secondo Molineaux, lo stesso «lungo tragitto della vita sul nostro pianeta», con la sua «rotta fissata verso la pienezza». Una tendenza inconfondibile che ha raggiunto finora il massimo splendore nell’era cenozoica, la nostra era, iniziata circa 65 milioni di anni fa, con il dispiegarsi delle più diverse manifestazioni di bellezza: «i colori e gli aromi dei fiori; il sapore della frutta e del miele; le farfalle e le lucciole; il volo degli uccelli; il canto delle balene; e le molteplici sensibilità e intelligenze dei mammiferi». Il tutto in attesa dell’avvento «di un’abbondanza incalcolabilmente maggiore», che sarà possibile grazie alla nascita «di un nuovo mito trasformatore» capace di far scaturire le necessarie energie collettive . Non a caso è in questi termini paradossali che il fisico matematico Brian Swimme, citato da Molineaux, parla delle prospettive dell’umanità: «Siamo arrivati a un momento di crisi suprema: non possiamo permetterci il lusso di intraprendere alcuna azione che non sia urgente e improrogabile e di indubbia efficacia. Quindi sediamoci e raccontiamoci storie».

Vi proponiamo, l’“Introduzione fraterna” di Pedro Casaldáliga e stralci delle riflessioni di Teresa Forcades i Vila e di Marcelo Barros (l’Agenda, la cui edizione italiana è curata dal Gruppo America Latina della Comunità Sant’Angelo, da Adista e dal Sal, può essere richiesta ad Adista, telefonando allo 06/6868692 o scrivendo ad abbonamenti@adista.it; oppure acquistata online sul sito di Adista).

http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:P1M7qv9zhoIJ:www.adista.it/articolo/55518+&cd=5&hl=es-419&ct=clnk&gl=it

Morsolin est invitè a l’Université Catholique de Louvain UCL (Belgique)

« Ségrégation urbaine et droit à la ville en Amérique latine. Réflexions à partir de la ville de Bogota-Colombia »
Conférence du Grial de 11h45 à 13h55 à la Salle Doyens 22, Place des Doyens, 1 – 2ème étage – le Centre d’Etudes du Développement (DVLP) de l’Université catholique de Louvain (UCL).

Intervenant : Cristiano Morsolin, directeur de ‘La Escuela Viajera’ à Bogota. Conférence en espagnol et presentation du livre “Emancipaciones de calle”. 21.10.2015.

Le Centre d’Etudes du Développement (DVLP) de l’Université catholique de Louvain (UCL) (auparavant Institut d’Etudes du Développement) a été fondé en 1961, dans le sillage de la décolonisation, et de la volonté de l’UCL de s’adapter aux nouvelles réalités créées par l’avènement d’une nouvelle phase historique dans les rapports entre l’Europe et l’Afrique. DVLP a donc une longue histoire qui lui a permis d’être à la fois un témoin privilégié des transformations intervenues dans les rapports Nord-Sud depuis un demi-siècle, un acteur investi dans la réflexion sur leurs enjeux, et un participant à divers types d’engagements au sein des pays du Sud et liés à l’évolution des politiques de coopération.

 Groupe de Recherches Interdisciplinaires sur l’Amérique Latine

Le GRIAL est un groupe de recherches, qui promeut, au sein de l’Université catholique de Louvain, une réflexion interdisciplinaire sur différents aspects et thématiques concernant la région latino-américaine . Grâce à la présence des membres d’origine et d’orientations disciplinaires différentes, le GRIAL entretient depuis 1994 une riche dynamique académique et scientifique qui inclut plusieurs Facultés et Instituts  au sein de l’UCL. Il associe également des chercheurs latino-américains dans différents domaines d’investigation.

Groupe de recherches interdisciplinaires sur l’Amérique latine

El GRIAL es un grupo de investigaciones, vinculado al Instituto de Estudios del Desarrollo de la Universidad Católica de Lovaina que promueve una reflexión interdisciplinaria sobre distintos aspectos y temas relativos a Latinoamérica. Sus miembros son de origen y orientación disciplinaria diferente esto permite que el GRIAL mantenga una dinámica académica y científica que incluye a varios departamentos e institutos en el seno de la UCL. Asocia también especialistas latinoamericanos en distintos ámbitos de la investigación.

INFO:

 http://www.uclouvain.be/451401.html 

Lovaina Univ

Morsolin è invitato dal Comune di Valdagno per dibattito sulla pace

IMG_6364

Il Comitato per la Cooperazione Internazionale Decentrata per lo Sviluppo Sostenibile Città di Valdagno propone una serata sul tema «Valdagno: percorsi di Pace e Giustizia». MERCOLEDI 14 ottobre 2015 – Palazzo Festari, Valdagno, h. 20.15.

Coordina
Dr. Guido Novella, presidente del Comitato Cooperazione Internazionale Città di Valdagno e consigliere comunale con delega alla Cooperazione Internazionale

Intervengono
Don Gianantonio Allegri – tra i fondatori di «Beati i costruttori di Pace»
«Dal documento «Valdagno città del mondo ’90» alla drammatica esperienza di missione in Camerun»

Cristiano Morsolin – da 10 anni in America Latina
«Percorsi di pace ed emancipazione in Colombia tra conflitto e segregazione sociale»

Mariangela Gritta Grainer – già Parlamentare
«Dall’impegno per la pace alla ricerca di giustizia e verità sull’uccisione di Ilaria Alpi a Mogadiscio il 20 marzo 1994»

Messaggio di Don Egidio Bisol – Vescovo di Afogados da Ingazeira in Brasile
«Patto delle Catacombe (Concilio Vaticano II) e l’aggiornamento di Papa Francesco»

Conclusioni del Sindaco di Valdagno dr. Giancarlo Acerbi

Allegati

http://m.comune.valdagno.vi.it/eventi/eventi-1/valdagno-percorsi-di-pace-e-giustizia

  SOSTIENI  LA “SCUOLA VIAGGIANTE”

La associazione “Escuela Viajera” nasce nel 2008 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo umano integrale e il Buen Vivir di bambini, adolescenti, giovani e famiglie appartenenti ad alcune comunità urbane e semi-rurali nella periferia sud di Bogotà.

Si tratta di zone dove la presenza dei gruppi armati irregolari è marcata, in un contesto di grave esclusione strutturale.

Ogni settimana l’equipe di 6 maestri popolari promuove vari laboratori all’interno di spazi educativi informali,  lavorando pedagogicamente su varie aree:

  • creatività: stimolando la fantasia, la ricerca, la scoperta e i processi di recupero si tenta di favorire la creatività di queste comunità perché esse possano riscoprire le proprie tradizioni, sentirsi di conseguenza più motivate verso il futuro e trasformare infine anche il loro quotidiano.
  • comunicazione: favorire l’accesso ai mezzi di comunicazione e formare al loro utilizzo significa “democratizzare” queste tecnologie perché diventino strumenti a immediata disposizione di tutti coloro che vogliono imparare, conoscere, discutere e diffondere quanto accade vicino e lontano da loro.
  • ambiente: l’associazione promuove il recupero delle tradizioni e l’uso consapevole delle risorse naturali attraverso la tecnica dell’agricoltura urbana, che permette a una popolazione originariamente rurale di ristabilire il contatto con la natura ma che garantisce anche il minimo necessario per la sopravvivenza alimentare della famiglia.
  • diritti: un settore che mira ad incrementare la consapevolezza dei diritti e delle libertà della persona, ma soprattutto a favorire l’autostima e la cittadinanza attiva, strumenti imprescindibili per poter lanciare qualsiasi progetto di sviluppo del territorio.

 

INFO

Cristiano Morsolin

Rappresentante legale Fund. «Escuela Viajera»

Brasil: Pedagogia e luta social – Entrevista a Jacyara Silva de Paiva

cips Jaciara LIBRO

Fui eu que fiz essa entrevista a Jacyara Silva de Paiva, uma líder carismática da pedagogia social no Brasil. E’ Educadora Social, Advogada, Teóloga, Professora Doutora em Pedagogia Social UFES/USP, professora da Faculdade Estácio de Sá/ES.

Pergunta: Professora Jacyara Silva de Paiva, ¿qual é sua perspectiva existencial da pedagogia social?

Resposta: Sempre estudei em Escola Pública, no Brasil, ainda hoje, mesmo com todos os avanços sociais do Governo Lula e Dilma, Escola Pública é um espaço de saber para a pessoa pobre e dentre desse espaço, pouco se tem de ensinagem e aprendizagem, esse espaço necessita ser dividido com ações sociais. Terminei meu Ensino Médio em uma delas, e fiz um curso técnico, pois aos pobres aqui no Brasil eram reservados os cursos técnicos, aos mais abastados o preparo para se entrar na Universidade Pública, que era quase exclusiva para as famílias mais abastadas, hoje graças as ações afirmativas do Governo Lula e Dilma as coisas estão mudando um pouco e os pobres negros já conseguem chegar a Universidade Pública antes destinada apenas aos mais ricos.

TODA A MATERIA:

Entrevista a Jacyara Silva de Paiva

Brasil: Pedagogia e luta socialCips YO y JACYARA

http://www.alainet.org/pt/articulo/172866

Instituto Latinoamericano de formación para educadores populares IFEJANT difunde dossier de Morsolin relacionado con el proceso de incidencia política de la carta abierta de 74 expertos de todo el mundo, dirigida a Naciones Unidas

sara y Yo en bogt april 2015

Cristiano Morsolin nos comparte este documento colectivo con relación al proceso de movilización internacional de la carta abierta de 74 expertos de todo el mundo dirigida a Naciones Unidas con relación al tema de los niños/as que viven y trabajan en la calle; se trata del documento que ha sido presentado personalmente a Sara Oviedo y Wanderlino Nogueira, miembros del Comité ONU de los derechos del niño en ocasión de su visita a Bogotá el pasado 28 de abril de 2015…Leer más:

Haz clic para acceder a morso.pdf

DCIM100HPDVC

Morsolin scrive articolo sulla Bolivia nel n. 4 della rivista Solidarietà internazionale – CIPSI

CIPSI copertina giugno 2015

È uscito il n. 4 della rivista Solidarietà internazionale. In questo numero…

Copertina: Le due facce dell’Europa. Editoriale: la forza della debolezza. Intervista a Ribka Sibhatu… (www.cipsi.it)

IN QUESTO NUMERO:

Editoriale – La forza della debolezza

Fa vergognare di essere europei il muro costruito dal governo ungherese per bloccare i profughi provenienti dalla Serbia. Tornano alla mente antichi spettri che hanno diviso l’Europa. Impressiona una foto che mostra il retro di un vagone di un treno coperto di filo spinato, messo lì a completare il muro. Con le istituzioni europee incapaci a tenere a freno i rigurgiti neonazisti del governo ungherese, che da anni ormai se ne irride di ogni diritto civile.

…Continua intanto l’azione di vero e proprio sciacallaggio politico da parte di alcuni gruppi politici che approfittano di questa crisi per raggranellare voti. In Italia la Lega, innanzitutto, con il supporto dei neo-fascisti di CasaPound. In un crescendo vertiginoso di prese di posizione che hanno dell’incredibile. L’ultima di Salvini: togliere la licenza agli albergatori che ospitano rifugiati. In un tripudio di rozzezza e di volgarità. Che non si ferma neanche di fronte agli appelli del Papa o alle prese di posizione di Mons Galantino, segretario Generale della CEI.

…Sui migranti e i profughi che premono alle porte dell’Europa rifletteremo in maniera particolare nel prossimo numero, che sarà totalmente dedicato a questo tema. Il numero conterrà anche il calendario 2016. Un modo per ricordarci, giorno dopo giorno e mese dopo mese, che sulla nostra capacità di accoglienza e sulla nostra solidarietà si gioca la nostra stessa umanità.

…Il 17 e 18 ottobre il Cipsi festeggerà i suoi trent’anni con un’assemblea straordinaria che si svolgerà ad Assisi. Non è stata casuale la scelta: Assisi è San Francesco. La sua santità e la sua follia. Ricorda un modo inconsueto di rapportarsi con gli altri, con Dio e con il creato. È il santo che cantava al creato, che parlava con gli animali, che ha sposato “Madonna Povertà”. Un modello, forse impossibile da raggiungere, anche per chi ha scelto la solidarietà come ragione sociale della suo impegno.

Le due facce dell’Europa

Nei mesi scorsi si è consumata la crisi greca. Un paese che ha tenuto alta la testa, ma che ha dovuto anche cedere ai diktat della troika. Questo è un volto dell’Europa. Nel frattempo l’Europa stessa sta cambiando politica. “I barbari” migranti non sono più soltanto alle frontiere. Sono entrati nel cuore dell’Europa. Ma qual è la vera faccia dell’Europa: quella con la Grecia o quella che accoglie?

Alla fine i predatori hanno vinto, di Riccardo Petrella

Che senso ha “restare in Europa” come schiavi, senza diritti? Economia significa “le regole della casa” (dal greco oikos nomos), la maniera di organizzare il vivere insieme di una comunità umana.

Tsipras e la questione tedesca, di Roberto Musacchio

Abbiamo vissuto una di quelle notti in cui la Storia si fa drammatica. Nel lunghissimo vertice europeo del 12 luglio si sono tentati, di fatto, due colpi di Stato. Uno contro un governo, quello greco, democraticamente eletto. L’altro contro l’Europa, per quello che ne rimane.

I popoli e i loro diritti di Cristiano Morsolin.

Auto-determinazione e sovranità dei popoli per sbarazzarsi delle imposizioni Usa e del Fmi. L’Alleanza del Pacifico vuole privatizzare di nuovo i servizi di base. Il traffico di droga è un «business del sistema capitalista». La difesa della pachamama. La storia di Antonia, dal commercio equo a ministro dello sviluppo sostenibile della Bolivia.

EVO 1 mayo 2014_segunda foto

Pedagogia Social pode ajudar os setores populares excluídos, pelas perspectivas gramsciana e freireana, articulo de Morsolin

CIPS yo mio Panel

Autor: Cristiano Morsolin

De 1 a 3 de setembro se desenvolveu na Universidade Federal do Espirito Santo (UFES) e Instituto Federal do ES (IFES) o V Congresso Internacional de Pedagogia Social (1). Foram apresentados 130 trabalhos de pesquisa de mestrandos e doutorandos de inúmeras universidades brasileiras.

O Congresso Internacional de Pedagogia Social & Simpósio de Pós-Graduação, em sua quinta edição, foi um evento dedicado a discutir de maneira ampla a regulamentação da Educação Social como profissão no Brasil, a formação deste profissional e as áreas de atuação que entendem a Pedagogia Social como a Teoria Geral da Educação Social.

Em face da opção política do atual governo de fazer do “Brasil, pátria educadora”, o V CIPS tem como lema questionar o lugar que deve ocupar “A Educação Popular, Social e Comunitária nas Políticas Públicas no Brasil” em um momento em que se discute o Sistema Nacional de Educação, o Plano Nacional de Educação, a Reforma do Ensino Médio, a destinação dos recursos do Pré-Sal à Educação, a redução da maioridade penal da adolescência e a violência contra a juventude pobre e negra das periferias, dentre tantos outros temas.

No Simpósio de Pós-Graduação foram apresentadas pesquisas de mestrado, doutorado e pós-doutorado que investigam as demandas da sociedade relacionadas à cultura, ao lazer, ao suprimento de necessidades básicas, ao atendimento a populações em situação de vulnerabilidade e risco, ao trabalho, à formação continuada, à sustentabilidade, aos direitos humanos, dentre tantas outras. A partir das relações entre as experiências internacionais e as práticas educativas populares, sociais e comunitárias realizadas no Brasil.

Como um corpo de conhecimentos que serve como teoria geral para as práticas de Educação social, popular e comunitária no Brasil e como disciplina científica ao mesmo tempo, a Pedagogia Social conta com tradições próprias de pensamento na Europa e em certa medida na América Latina. Ainda assim, o que no Brasil entendemos como Teoria Geral da Educação Social foi problematizada enquanto teoria dos conflitos sociais, os quais marcam as instituições e os sujeitos, notadamente em espaços não escolares.

Muito interessante foi a palestra da prof. Maria Stela Santos Graciani, titular do curso de pedagogia na PUC de São Paulo, colaboradora do Paulo Freire, do Cardeal Arns, fez o lançamento do livro “Pedagogia social – Ed. Cortez, 2015” (2) destacando que “por se tratar de uma obra aberta, por isso ainda em construção, destina-se a todos os educadores que acreditam na esperança. Educadores que estão cansados e desacreditados no seu fazer educativo e se encontram amarrados nas tramas da burocracia do nosso sistema educacional ou fora dele, e n ão encontram saídas para se livrarem dessas amarras. É acreditando na possibilidade concreta de mudança do humano e consequentemente do seu ambiente que a pedagogia social contribui no processo de transformação, não como um receituário pedagógico, mas com ideias, princípios e experiências que valorizam o homem numa perspectiva libertadora e solidária”.

Entre outras obras da professora Maria Stela Santos Graciani, está o livro “Pedagogia Social de Rua”, que complementa a leitura de “Pedagogia Social”, a partir de ensinamentos de Paulo Freire, com ênfase na educação dos excluídos da sociedade.

A prof. Stela Santos destacou que “A Pedagogia Social pauta – se numa Educação Social realizada por meio da ação significativa e transformadora! Resinificar, ter esperança e utopia frente a história!. A Pedagogia Social de Rua é um processo político invertido e horizontal que busca construir um novo olhar, ousadamente corajoso e com uma teimosia esperançosa no acreditar na mudança e na transformação do ser humano e no convívio em sociedade”.

A Pedagogia Social é um Projeto Político de nação: um novo ser humano público que almeja construir uma nova sociedade, uma nova configuração de humanidade e uma nova forma de convivência. Para tal, precisamos refletir sobre as mudanças nas relações” – João Clemente de Souza

Prof. Dr. João Clemente de Souza Neto, Professor do Curso de Pedagogia  da Universidade Presbiteriana Mackenzie, acredita que a “Pedagogia Social pode ajudar os setores populares excluídos, pelas perspectivas gramsciana e freireana. O educador social ou o pedagogo social são intelectuais orgânicos. Seu papel é produzir e sistematizar um saber a partir deste lugar, da rua, do grupo, dos espaços mais vulneráveis. Cabe a eles influenciar a cultura e as políticas públicas para que atendam efetivamente às necessidades e demandas da população excluída, de lutar junto e com ela para que as instituições alterem a concepção de vê-la como feixe de carências, como coisa, que passem a vê-la como sujeito. Não se trata de fazer políticas públicas para essa população, como de uma classe para outra, mas de pensar as políticas públicas a partir dela e com ela. Nessa nova forma de pensar, de ser e agir, os excluídos contribuem para colocar em movimento a construção de um processo civilizatório fundado na liberdade, na justiça e na democracia, e não mais na desigualdade social e na exploração.

Esta é a utopia da Pedagogia Social. Nesse sentido, a pedagogia social e a educação social devem estar profundamente comprometidas e impregnadas da situação dos oprimidos. É nesta relação que a pedagogia social pode ser sempre nova e contribuir para a concretização de uma utopia emancipatória, fundada num caráter democrático. Por isso, ela não é um amontoado de teorias mortas, e pode ajudar a romper com a miséria de uma pedagogia focada na opressão e na desumanização das relações. A pedagogia social tem tudo para ser revolucionária. O V CIPS – Congresso Internacional de Pedagogia Social – traz como centro de abordagem o lugar da educação social, com a finalidade de compreender e interpretar a realidade e, ao mesmo tempo, de sentir e capturar os clamores dos excluídos.

Os setores populares excluídos, como meninos em situação de rua, têm sido um espaço profundo de aproximação, escuta, de caminhada comum, em busca do despertar do novo homem público e do forjar de um novo paradigma”.

Toda a materia completa:

Agencia ALAI (Ecuador)

http://www.alainet.org/pt/articulo/172476

Agencia ADITAL

http://site.adital.com.br/site/noticia.php?lang=PT&cod=86536

Agencia Ecodebate

http://www.ecodebate.com.br/2015/09/21/pedagogia-social-pode-ajudar-os-setores-populares-excluidos/