Archivo mensual: abril 2014

In piedi costruttori di pace: Arena risponde appello di Morsolin su ADISTA

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AVVENIRE Francesco Dal Mas, 26 aprile 2014 pag. 8

E´ intriso di commozione il battimani all ‘ indirizzo dei due missionari vicentini e della suora canadese rapiti in Camerun , Paese in cui è in corso uno dei 36 conflitti che oggi ci sono il mondo . E che richiederebbe , secondo padre Zanotelli , la presenza non di eserciti , ma di quella « non violenza attiva » che è stata » inventata » dallo stesso Gesù.

ADISTA, Segni nuovi n. 16 – APRILE 2014

Missionari rapiti in Camerun
Per don Gianantonio, «in piedi, costruttori di pace» – di Cristiano Morsolin

Due sacerdoti di Vicenza, Gianantonio Allegri e Giampaolo Marta, e  la suora canadese Gilberte Bussier, sono stati rapiti da uomini armati nella notte di venerdì 4 aprile, nella diocesi di Maroua, nel nord del Camerun.

Don Gianantonio, 57 anni,ha lavorato nelle parrocchie di Valdagno e Magre di Schio, enclavi delle lotte operaie nelle fabbriche tessili Marzotto e Lanerossi.

Famoso quel 19 aprile 1968 con l’immagine della statua del paron Gaetano Marzotto abbattuta da giovani operai. Toni Negri ha descritto “quel rovesciamento-kaputt, della statua del padre-padrone come una tradizione infranta in una terra di sperimentazione della cosiddetta dottrina sociale della Chiesa dove profitto e carità dovrebbero dormire sotto la stessa coperta”.

Quell’icona monumentale del paternalismo padronale nel Veneto bianco viene spazzata via dal rinnovamento di una Chiesa e di una societa’ civile che nel giugno 1989 scrive il documento “Valdagno citta’ del mondo”.

Ne e’ ispiratore proprio don Gianantonio Allegri che cita “la nuova tendenza di noi cittadini di uno dei sette paesi piu’ industrializzati, per vivere in armonia con i popoli del Sud del Mondo e con le generazioni future, siamo disposti a fare passi indietro negli sprechi, nei consumi, e nelle sicurezze basate sulla forza…”, una diretta liason con quell’appello controcorrente dei Beati Costruttori di Pace che anche Gianantonio aveva firmato il  12 novembre 1985.

Si sosteneva l’ idea di un’ obiezione fiscale contro le spese militari (detrarre dalla dichiarazione dei redditi una percentuale corrispondente a ciò che va al ministero della Difesa e devolverla a istituzioni benefiche), si condannava ogni commercio di armi e si chiedeva di votare per quegli uomini politici, senza distinzione partitica, che si impegnino a realizzare una vera politica di pace.

Ho lavorato con don Gianantonio , detto amichevolmente Toni, nella commissione “Giustizia e Pace” della Parrocchia San Clemente di Valdagno, da lui fondata (1986-1991) che ha aggregato tanti giovani sui temi della mondialita’, della cittadinanza planetaria come diceva Padre Balducci. Ricordo con emozione tante iniziative di pace come il controllo del mandato elettorale “Democrazia e’ Partecipazione”, contro le armi nucleari della Base Nato a Vicenza, la campagna “Contro la fame, cambia la vita”, l’Oratorio tutto colorato con le bandiere della pace “L’Italia Ripudia la Guerra” della prima guerra nel Golfo del 1991.

Don Gianantonio ha  sempre trasmesso la sua passione per la pace, giustizia e salvaguardia del creato, riempendo pulman di giovani che si univano alle Arene, grandi celebrazioni promosse a Verona dal movimiento ecclesiale “Beati Costruttori di pace”, per la difesa dell’Amazzonia, per la cancellazione del debito estero, per il boycottaggio dell’oro sudafricano all’epoca dell’Apartheid – durante la Fiera dell’Oro di Vicenza.

Don Gianantonio ci ha insegnato a tradurre nel quotidiano la ricerca dell’opzione preferenziale per i poveri, la ricerca di una Chiesa-Comunita’ che valorizza una costruzione dal basso del protagonismo dei laici, dei giovani, delle donne, con uno stile di fraternita’, di ascolto profondo e semplicita’ che respiravamo nelle camminate in montagna che tanto piacciono a don Toni.

Questa orizzontalita’ del “pastore invece che del gestore” l’ha scritta in una lettera recente:

“Sono stato parroco a Magrè (2002-2013), con il bagaglio della mia esperienza missionaria in Camerun (don Allegri è tornato a settembre ma era già stato lì per 10 anni tra 1992-2002). Ciò mi ha aiutato a valorizzare e a corresponsabilizzare i laici. Allo stesso tempo ho avvertito l’esigenza di essere prete con lo stile di un «pastore» piuttosto che con quello di «gestore». Penso che ora inevitabilmente il mio approccio alla missione risentirà della mia esperienza di parroco e sarà perciò meno incentrato su singole iniziative, come avviene quando sei cappellano in parrocchia. Anche nell’essere preti si diventa più adulti e attenti a ripartire dai cambiamenti. In questo senso le unità pastorali sono un aiuto perché favoriscono approcci meno cristallizzati, più aperti e condivisi».

Don Gianantonio ama profondamente la collegialita’, la Chiesa in comunione con un arcipelago di esperienze pastorali trasformate in un laboratorio permanente di pacifismo cattolico, con l’esperienza dei preti operai, del cooperativismo che continua ancor oggi con l’impegno di vari sacerdoti vicentini e delle famiglie nella campagna NO al Dal Molin.

Don Maurizio Mazzetto, compagno di seminario di Don Toni e animatore Pax Christi in diocesi, spiega che: “Nonostante le paure e le prudenze non evangeliche che talora sono emerse nella Chiesa locale, le questioni legate,   soprattutto, al tradimento della  democrazia,  alla militarizzazione  dei territori,  agli  armamenti  e  alle  guerre,  alle  spese  militari   a   danno   dei   poveri   della  terra,   e,   dall’altra   parte,   alle   ricerche  inerenti  le   vie  alternative

per un mondo democratico, giusto e pacifico, siano accresciuti nella coscienza ecclesiale della Diocesi, proprio come impegno imprescindibile di tutti i cristiani di fronte al compimento del sogno di Isaia, che è lostesso sogno di Dio e del suo popolo sparso sulla terra”.

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Appello di Morsolin su VITA per i missionari rapiti in Camerum

FOTO arena paceL’Arena di Pace di Verona invochi la liberazione di don Gianantonio Allegri, don Giampaolo Marta e la suora Gilberte Bussier

Il prossimo 25 aprile a Verona, nel corso dell’Arena di Pace e Disarmo, la richiesta di pace per i 35 conflitti oggi presenti nel mondo è uno dei motivi affinchè il “popolo della Pace” chiama a raccolta, con le parole di Papa Francesco: “La guerra è il suicidio dell’umanità”.

Partendo dalla Liberazione dalla dittatura e dalla guerra, ma considerando che la liberazione dagli armamenti e dagli eserciti che rendono possibili le guerre attuali a future, c’è la necessità di proseguire la resistenza, che oggi si chiama nonviolenza.

L’Arena di Pace e Disarmo 2014 prosegue la tradizione delle “Arene di pace” convocate dal 1986 al 2003 dai “Beati i costruttori di pace”, è stato sempre presente anche Gianantonio Allegri, che insieme a Giampaolo Marta, sacerdoti di Vicenza, e la suora canadese Gilberte Bussier, sono stati rapiti da uomini armati nella notte di venerdì 4 aprile, nella diocesi di Maroua, nel nord del Camerun.

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http://www.vita.it/mondo/emergenze/per-i-missionari-rapiti-in-camerum.html

Morsolin sul settimanale “Credere”. Missionari rapiti in Camerun: “COLPEVOLI” DI ESSERE AL SERVIZIO DEI PIÙ POVERI

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Settimanale “Credere” n. 16 – 20 aprile 2014

di ANNA POZZI, in collaborazione con Cristiano Morsolin

Sono i mesi più difficili, questi, nella regione dell’Estremo Nord del Camerun. È quando la stagione secca dà il suo ultimo colpo di coda, svuota i granai e asseta uomini e animali. Salgono i gradi – 45, 46, talvolta 48 – e un po’ alla volta anche l’umidità. È il tempo delle vacche magre – e non solo in senso figurato – che fa sospirare il primo violento temporale liberatorio.

Don Gianantonio Allegri e don Giampaolo Marta sono ormai avvezzi a questo clima ostico. Ma non all’insensata violenza che li ha trasformati in vittime innocenti dell’ennesimo crudele rapimento. I due fidei donum di Vicenza sono stati, infatti, sequestrati – insieme a una suora canadese ottantenne Gilberte Bussier – nella notte tra il 4 e il 5 aprile. Probabilmente da uomini del gruppo terroristico nigeriano, di matrice islamista, Boko Haram.

Avevano fatto una scelta per i più poveri, don Gianpaolo e don Gianantonio, rispettivamente 47 e 57 anni; si sono ritrovati dentro un gioco di potere più grande di loro e della “loro” gente. Un gioco perverso e nefasto, in cui si mischiano fondamentalismo islamista, mire di potere e banditismo. Senza frontiere.

Boko Haram – che ha la sua roccaforte nella vicina città nigeriana di Maiduguri – è un insieme composito di gruppi e gruppuscoli, che contestato le istituzioni nigeriane e rapiscono stranieri in Camerun, che attaccano chiese e scuole in vari Stati della Nigeria e rendono insicura la vita della gente e degli stranieri anche oltre la frontiera camerunese.

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http://www.credere.it/n.-16-2014/sommario.html

Avvenire, AGI e Unimondo pubblicano articoli di Morsolin sui missionari rapiti in Camerun

foto gianantonio
AVVENIRE testata okCamerun.
Nessun contatto con i 3 religiosi sequestrati

«Estremisti forse infastiditi dal lavoro con i locali»

 Le scuole professionali gestite da don Allegri e da don Marta erano un riferimento per tutto il territorio circostante

Avvenire, mercoledi 9 aprile 2014, pagina 13, sezione Mondo

MATTEO FRASCHINI KOFFI da Lome

Da sempre trasmette la sua passione per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato », afferma Cristiano Morsolin, esperto in diritti umani e amico di lunga data di don Gianantonio Allegri, il sacerdote vicentino rapito lo scorso venerdì insieme a don Gianpaolo Marta e alla suora canadese Gilberte Bussier.

«Don Toni, come spesso lo chiamo amichevolmente, ha scelto di sostenere le popolazioni locali investendo soprattutto nell’agricoltura, nelle professioni di

bottega e nella scolarizzazione. Inoltre – continua Morsolin –, sono stato molto colpito dal lavoro educativo alla parrocchia di Tchère e dalle loro scuole divenute punto di riferimento per tutto il territorio circostante ». Continuano intanto le attività nella diocese di Maroua, situata nella regione più settentrionale del Camerun, ma il rapimento ha spinto le autorità ad alzare il livello di sicurezza.

Purtroppo non si hanno ancora notizie dei religiosi, sequestrati molto probabilmente dai militanti islamici di Boko Haram, attivi da mesi nella regione e proclamatisi nemici di tutto ciò che è occidentale.

«Il vescovo di Maroua, monsignor Philippe Stevens, è noto per le sue posizioni di apertura al dialogo interreligioso – spiega ancora Morsolin –, ma è possibile che l’attenzione pedagogica dei religiosi possa aver infastidito Boko Haram». Il governo camerunese sta facendo di tutto per trovare i due sacerdoti e la suora. Anche la diplomazia vaticana e la Farnesina si sono messi in moto attraverso i loro contatti in loco. In Italia come in Camerun, sono in molti a pregare affinché tutto si risolva al più presto.

Fonte: http://www.avvenire.it

 

Missionari rapiti: don Allegri denuncio’ insicurezza territorio

(AGI) – CdV, 6 aprile 2014 – «La situazione di insicurezza del territorio non e’ cambiata». E’ quanto scriveva il 12 marzo scorso in una ‘lettera dalla missione’ don Gianantonio Allegri, uno dei due sacerdoti italiani rapiti in Camerun. «Sappiamo – continuava il religioso – le forze dell’ordine e l’esercito sono impegnati ad assicurare che non ci siano infiltrazioni e il Governatore della regione ha chiesto che se gli europei presenti qui per vari motivi, si spostano in gruppo, devono farsi scortare dalla polizia. Comunque state tranquilli, noi siamo sereni e confidiamo in quel Padre che annunciamo, misericordioso e grande nell’amore».

Dopo la liberazione di un altro religioso, francese, rapito lo scorso anno, don Allegri – sottolinea il cooperante laico Cristiano Morsolin che lo ha avuto come padre spirituale – a gennaio scriveva: «Qui la situazione di sicurezza si e’ un po’ allentata dopo la liberazione del prete francese Georges Vandenbeusch l’ultimo giorno dell’anno. Ma ci dicono di essere prudenti comunque…l’esercito nigeriano sembra aver riconquistato le tre province del nord Nigeria, ma i fondamentalisti non sono stati debellati. Alcuni, sappiamo, sono fuggiti in Camerun, alcuni sono stati arrestati, ma sembra programmassero anche il reclutamento in Camerun. Le forze dell’ordine sono sempre all’erta e le parrocchie sul confine sono sempre presidiate di notte dall’esercito camerunese. C’e’ anche una specie di coprifuoco la’ sul confine: le moto (mezzo privilegiato per muoversi agilmente) non possono circolare dalle 18 di sera fino alle 6 di mattina».

Da parte sua, Morsolin ricorda il forte messaggio di Gianantonio Allegri, che alla vigilia della sua partenza per la diocesi africana di Maroua, aveva avuto modo di spiegare le ragioni della sua missione: «La prima urgenza resta quella di dare solidita’ alla fede. L’evangelizzazione – aveva osservato nell’occasione il missionario – si sta ulteriormente spingendo verso le montagne, tra le popolazioni Mofu, dove il culto e’ animista: un bel traguardo in quei luoghi cosi’ legati alla tradizione». (AGI) .

FONTE: http://www.agi.it/cronaca/notizie/201404061022-cro-rt10004-missionari_rapiti_don_allegri_denuncio_insicurezza_territorio

Missionari sequestrati in Camerun: costruttori di pace rispettosi dell’islam

Autore: Cristiano Morsolin per UNIMONDO

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http://www.unimondo.org/Guide/Informazione-e-Cultura/Missionari/Missionari-sequestrati-in-Camerun-costruttori-di-pace-rispettosi-dell-islam-145440

Articoli di Morsolin sul mensile Mosaico di Pace: Commenti dall’America Latina al Vangelo delle Periferie di Papa Francesco

images Mosaico

La teologia liberata

Punti di vista dall’America latina. Il Papa, la Teologia della Liberazione, la Chiesa che cammina accanto ai poveri.

Cristiano Morsolin

Gennaio 2014

Pag. 16-17

 

Le strade del cambiamento

La giornata mondiale della gioventù in Brasile e i movimenti sociali che denunciano l’alto debito sociale che pesa sulla popolazione e lavorano per restituire dignità a tutti.

Cristiano Morsolin

Novembre 2013

Pag. 17-18

 

Per le strade del mondo

Alcune sfide dell’America Latina per interpretare il Vangelo delle periferie di papa Francesco.

Cristiano Morsolin

Settembre 2013

Pag. 15-16

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 http://www.mosaicodipace.it

http://www.diocesipadova.it/s2ewdiocesipadova/allegati/7376/Per%20le%20strade%20del%20mondo.pdf

Contribución de Morsolin para el Foro Urbano Mundial de Medellin

LetrasLa lucha en contra de la violencia urbana, por la participación de los adolescentes y jóvenes utilizados por las mafias. Paralelismos entre la ciudad de Medellín y la ciudad de Gela (Italia)

Autor: Cristiano Morsolin

Revista FORO, Edición n. 76. Abril de 2012. Páginas 84 -100

http://www.foro.org.co

 

La lucha en contra de la violencia urbana, por la participación ciudadana de los adolescentes y jóvenes utilizados por las mafias en Bogotá y Medellín (Colombia)

Autor: Cristiano Morsolin

RESUMEN

El crecimiento de la violencia urbana es un fenómeno social de gran trascendencia que está afectando la vida de las personas a nivel mundial. Se ha considerado necesaria la construcción de redes sociales e institucionales que aporten conocimientos desde distintos lugares, perspectivas y enfoques para un mejor entendimiento de la naturaleza del fenómeno. Esta ponencia investiga los casos específicos de Bogotá y Medellín (Colombia) en la lucha en contra de la violencia urbana y por la participación ciudadana de adolescentes y jóvenes utilizados por las mafias. Esta ponencia intenta responder preguntas relacionadas con las experiencias de participación ciudadana, de educación a la legalidad, de resistencia no violenta en contra de las mafias exploradas tales como: ¿En qué contextos específicos de confrontación violenta y de dominio de los actores mafiosos surgen? ¿Cuáles son sus modalidades de acción y que repertorios de acciones concretas han desarrollado en la sociedad civil dependiendo de estos contextos? ¿Cuál es el aporte de la pedagogía crítica y de la educación popular en este proceso de liberación y de concientización? ¿Como las políticas públicas pueden enfrentar los efectos devastadores de esta violencia en los adolescentes y jóvenes utilizados por las mafias, en la convivencia, en el proyecto «civilizatorio» y el Estado de Derecho? El análisis trata de superar los cliché y estigmatización (como el caso de los baby-killers) hacia ciudades que se han transformado radicalmente gracias a las buenas prácticas de alcaldes progresistas en el dialogo con una sociedad civil comprometida en la construcción de una verdadera democracia que reconoce el protagonismo y la subjetividad a nivel social-económico-político también de los sectores históricamente marginados y excluidos por la pobreza y por el conflicto. Se intenta mostrar que el escenario y la dinámica social, política, económica y cultural de los territorios urbanos, no solo han estado protagonizados por los actores mafiosos, sino también, por las comunidades barriales, los grupos de base de la sociedad civil, los cuales con sus liderazgos y acciones colectivas, oponen resistencia a este dominio y construyen experiencias alternativas de la mano con Gobiernos Municipales que creen en la transformación desde abajo, promoviendo políticas públicas de inclusión de las periferias, de desmovilización de los actores armados y mafiosos, del fortalecimiento de la democracia que incide en las causas de la exclusión y del conflicto, del reconocimiento de los adolescentes y jóvenes de los sectores populares como sujeto verdaderamente ciudadano.

Ponencia presentada en el Congreso Internacional Pedagogia Social, São Paulo (Brasil), July. 2012

http://www.proceedings.scielo.br/scielo.php?pid=MSC0000000092012000100012&script=sci_arttext

ME CITA CLACSO:

file:///C:/Users/user/Downloads/Colombia_Rese%C3%B1a_Enero-Junio_2012_1700.pdf