Archivo mensual: noviembre 2020

Perù: Francisco Sagasti nuovo presidente e Mirtha Vásquez alla guida del Parlamento. Entrambi hanno fama di credibilità e indipendenza. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano

17 novembre 2020

Sarà Francisco Sagasti il nuovo presidente del Perù, dopo le dimissioni rilasciate domenica da Manuel Merino, pochi giorni dopo essere subentrato al dimissionario Martín Vizcarra. Sagasti, che fa parte del Partido Morado, forza di centro moderato, è stato ieri votato a grande maggioranza (97 voti sui 130 componenti dell’assemblea), in virtù di un accordo complessivo, presidente del Congresso; carica che lo porterà oggi a giurare come presidente della Repubblica, carica rimasta vacante; contemporaneamente, Mirtha Vásquez, del Frente Amplio (sinistra), eletta ieri vicepresidente del Congresso, assumerà la guida del Parlamento. Era difficile, domenica prevedere che l’intricatissima crisi istituzionale e politica avrebbe trovato uno sbocco, sia pur provvisorio, in previsione delle elezioni presidenziali dell’aprile prossimo. Invece, come confida una fonte del Sir, “era difficile trovare due anime giuste in questo Parlamento di pescecani, eppure ci si è riusciti”. Sagasti e Vásquez sono profili certamente diversi, ma accomunati da fama di credibilità e indipendenza, oltre che da una formazione in ambito ecclesiale. Entrambi, la scorsa settimana, avevano votato contro la destituzione di Vizcarra.
Sagasti, 76 anni, ingegnere e accademico, ha lavorato in passato per la Banca mondiale e insegnato all’Università Cattolica del Perù. Anche Mirtha Vásquez ha un profilo anomalo: fa parte del Frente Amplio pur non essendone organica. “Viene dall’esperienza delle comunità ecclesiali di base, è conosciuta per le sue battaglie in difesa dei diritti umani e dell’ambiente, contro le indiscriminate estrazioni minerarie, di oro soprattutto, nella regione della Cajamarca, appoggiata in questo dal futuro cardinale Barreto”, spiega Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, che ha vissuto per un periodo in Perù. Ora, prosegue, anche “il Perù diventa scenario di cambiamento e va sottolineato il ruolo esercitato in questi giorni dall’arcivescovo di Lima Castillo e dal card. Barreto, soprattutto dopo le repressioni e l’uccisione di due manifestanti, rispetto alla quale l’arcivescovo di Lima ha chiesto alle autorità di prendersi le proprie responsabilità”.
Sagasti è stato riconosciuto come nuovo presidente dall’Organizzazione degli Stati americani e con lui si è complimentato l’ex presidente Vizcarra, che pure ricorrerà alla Corte Costituzionale contro la sua destituzione.

Perù: presidente Merino si dimette dopo 5 giorni per scontri e repressioni che hanno provocato 2 morti, un centinaio di feriti e 7 dispersi. Vescovi, “ascoltare il popolo”. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano

“Chi deve desistere, desista, chi deve rettificare, rettifichi, chi deve rinunciare, rinunci”. Risuonano forti e chiare le parole dell’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo Mattasoglio, nell’omelia della messa domenicale nella cattedrale della capitale peruviana. E tutti capiscono a chi si riferisca l’arcivescovo. Proprio negli stessi minuti, infatti, dopo soli 5 giorni di presidenza, Manuel Merino, rassegna le sue dimissioni. Si è conclusa, così, la settimana più lunga del Perù, e se ne è aperta un’altra ugualmente cruciale e incerta. Sembra passato un secolo: lunedì scorso il Congresso ha decretato la decadenza del presidente della Repubblica Martin Vizcarra per “incapacità morale”, per un supposto episodio di corruzione; il giorno successivo Merino ha giurato come Capo dello Stato. Immediatamente moltissime persone sono scese in piazza, mentre da più parti (come ha detto al Sir il giurista ed ex premier Juan Federico Jiménez Mayor) si è avvertito che il “colpo di mano” del Parlamento (peraltro diviso e frammentato) rappresentava, oltre che una scelta avventata, un “tradimento della Costituzione”. Tuttavia, pur senza essere riconosciuto dai principali Paesi, il nuovo Governo ha preso faticosamente il via, mentre venerdì si teneva la più grande manifestazione di protesta della storia del Perù. Sabato una nuova manifestazione, repressa nel sangue: il bilancio è di due giovani morti, Jack Brayan e Jordan Inti, circa un centinaio di feriti e, secondo l’ong Coordinamento nazionale dei diritti umani, sono 7 le persone di cui non si hanno notizie. Un bilancio grave, che ha provocato le dimissioni di 13 ministri e, alla fine anche quelle del presidente. Il Parlamento, riunito fino a tarda sera, non ha trovato una soluzione né per l’elezione dei propri vertici né per la successione alla Presidenza della Repubblica e tornerà a riunirsi oggi, dopo che non sono state accettate le richieste di Rocío Silva Santisteban (parlamentare di sinistra del Frente Amplio, che aveva votato contro l’impeachment a Vizcarra), candidata a ricoprire la carica di presidente del Parlamento
L’arbitrarietà dell’operazione politica, da un lato, e l’invito ad ascoltare la protesta pacifica popolare dall’altro, sono stati presenti in varie dichiarazioni a livello ecclesiale: da quelle, ripetute di mons. Castillo, a quelle del cardinale Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo, fino al comunicato, in parte ormai superato dagli eventi, letto sabato dal presidente della Conferenza episcopale peruviana, mons. Miguel Cabrejos: “È essenziale ascoltare e prestare importanza alle grida e alle richieste della popolazione, per recuperare la fiducia, la tranquillità e la pace sociale. Per questo è fondamentale lo sforzo per un profondo e ampio dialogo sociale”.

16 novembre 2020

Perù: Merino ha giurato come nuovo Capo dello Stato. La preoccupazione della Commissione interamericana per i diritti umani, proteste in tutto il Paese. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano.

Perù: Merino ha giurato come nuovo Capo dello Stato. La preoccupazione della Commissione interamericana per i diritti umani, proteste in tutto il Paese

11 novembre 2020

La Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) ha espresso la sua preoccupazione per la delicata situazione politica in Perù, dopo che lunedì 9 novembre il Congresso, con una semplice votazione, ha decretato l’impeachment per il presidente Martín Vizcarra. Il presidente del Congresso stesso, Manuel Merino, ha assunto la presidenza della Repubblica, giurando ieri.
La Cidh ha invitato chi ha assunto il potere a garantire “istituzioni democratiche”, di tenere conto dei diritti umani della popolazione che protesta e di “garantire le istituzioni democratiche, la piena forza dello Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani”.
«Effettivamente ieri la gente è scesa in piazza in molte città del Perù per contestare la modalità del brusco cambio di potere e non sono mancate repressioni. Il Coordinamento nazionale dei diritti umani contesta l’arresto dell’avvocato e attivista Carlos Rodríguez Huambachano, che stava assistendo un gruppo di giovani che erano stati arrestati. Autorevoli fonti ecclesiali parlano al Sir di “colpo di stato elegante” e di “rivincita di gruppi legati alla famiglia Fujimori” (è ancora vivo il ricordo della dittatura di Alberto, mentre la figlia Keiko ha in questi anni guidato l’opposizione)» commenta Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina. In effetti, appare quanto meno inconsueta una scelta di questo tipo, dato che le accuse di corruzione a Vizcarra non hanno ancora dato il via a un procedimento giudiziario e che la presidenza viene assunta senza tenere conto del risultato delle Presidenziali del 2016 (Merino era all’opposizione rispetto a Vizcarra), peraltro a pochi mesi da nuove presidenziali.
Tra le varie posizioni politiche, da sottolineare quella di Mirtha Vásquez, difensore dei diritti umani di Grufides-Cajamarca, attuale presidente della Commissione per l’inclusione sociale del Congresso della Repubblica del Perù, che ha dichiarato: “Non abbiamo partecipato alla seduta del Congresso dove ha prestato giuramento Manuel Merino come nuovo presidente illegittimo. Rimarremo vigili per difendere la nostra democrazia e dare la priorità alla lotta per la vita e la salute. Oggi accompagniamo la mobilitazione cittadina per difendere il Paese dalle mafie e combattere la corruzione. Siamo per rifondare la nostra patria con una nuova costituzione democratica, sovrana e plurinazionale che metta la vita, la salute e il lavoro dignitoso al centro di una pandemia”.

FOTO: Parlamentarie Mirtha Vasquez e Rocio Silva nella marcia a Lima del 10 novembre 2020

PERU: “Vamos a refundar nuestra patria con una nueva constitución democrática, soberana y plurinacional que ponga al centro la vida”, Congresista MIRTHA VASQUEZ sobre el golpe.

10 noviembre de 2020

TANIA PARIONA, la más joven congresista Presidenta de la Comisión de la Mujer del Congreso de la Republica de Perú en 2019, ha declarado a Morsolin:

“Increíble y detestable la decisión de este Congreso Golpista.

A nadie le cabe duda que la repartija, la impunidad, la postergación de las elecciones generales son los propósitos de fondo de esta vacancia. Vizcarra debe ser investigado y sancionado por el Ministerio Público y el Poder Judicial cuando acabe su mandato. No en este contexto y a pocos meses de las elecciones generales.

El Congreso ha interferido el proceso en curso de la demanda competencial ante el Tribunal Constitucional ¿dónde quedaría este trámite?

A defender nuestra patria y la democracia.

Ni el Congreso, Ni Merino nos representan, que nuestra voz de rechazo se escuche desde donde estamos.

A partir de las 9:00 am movilizaciones autoconvocadas a nivel nacional”, concluyo Tania pariona.

MIRTHA VASQUEZ, defensora de derechos humanos de Grufides-Cajamarca, hoy Congresista (Frente Amplio), actual presidenta de la Comisión de Inclusión social del Congreso de la Republica de Perú, ha declarado:

“¡No nos representan!

La lucha contra la corrupción debe ser firme. Por eso, no asistimos a la sesión del Congreso donde juramentó Manuel Merino como nuevo presidente ilegítimo. Seguiremos vigilantes para defender nuestra democracia y priorizar la lucha por la vida y la salud.

Hoy acompañamos la movilización ciudadana para defender el país de las mafias y luchar contra la corrupción. Vamos a refundar nuestra patria con una nueva constitución democrática, soberana y plurinacional que ponga al centro la vida, la salud y el trabajo digno en medio de pandemia.

Sobre el debate parlamentario de ayer, 9 de noviembre de 2020:

En plena crisis sanitaria y económica por la pandemia, una mayoría congresal aprobó la vacancia del presidente Martín Vizcarra. Ahora, se pone en peligro la transición democrática y la lucha contra la corrupción por el accionar de grupos parlamentarios con intereses subalternos.

Mientras en el Congreso se debate la #VacanciaPresidencial contra Vizcarra que debe ser investigado, la gente demanda salud, trabajo y una vida digna. Acá no hay incapacidad moral de una sola persona, sino de toda la clase política, y eso no se solucionará solo con una vacancia.

Sobre las marchas de hoy:

Invocamos a las fuerzas armadas y policiales a cumplir con los protocolos para el uso de la fuerza y a respetar el derecho de la ciudadania a protestar, como manifestacion de su libertad de expresión. Sin Ministro del Interior el responsable de cualquier exceso recae en el nuevo Presidente de la República”, concluyo la congresista Mirtha Vasquez.

JUVENTUD OBRERA CRISTIANA JOC_PERU

Pronunciamiento – Vacancia presidencial

Desde la JOC Perú una organización de jóvenes del Perú no queremos pasar por alto estos sucesos de vacancia presidencial porque profundiza la inestabilidad política, económica y social en nuestro país y más que todo teniendo en cuenta los difíciles momentos a nivel de la salud, trabajo, educación y otros problemas estructurales para millones de peruanos.

No defendemos al presidente ya vacado, ni nada por el estilo, pero si manifestamos que este Congreso siempre actuado en función de sus intereses, han sido irresponsables y populistas al poner de por medio los intereses del pueblo, pero por otro lado su ambición de poder se ha visto más que de manifiesto, esto teniendo en cuenta que las elecciones están programadas a pocos meses.

Por otro lado, manifestamos que esta situación rompe el equilibrio de poderes y vuelve más frágil la institucionalidad, gobernabilidad y democracia, pero lo que más nos indigna es la carta abierta a toma de decisiones de acuerdo a sus intereses perversos para nuestra patria y con grandes decisiones políticas en sus manos y sin el equilibrio de poder para las designaciones de representantes de instituciones estratégicas con serios cuestionamientos de corrupción y entre otras cosas el retroceso de normas a nivel de la educación superior y aprobación de normas para beneficios claros de tiendas políticas con serios cuestionamientos y con sus lideres denunciados por corrupción.

Por último, hacemos un llamado a la población a manifestarse sin violencia frente estos sucesos y de otro lado, que esta crisis nos permita motivación para construir organizaciones sociales con base y con una perspectiva analítica, crítica y propositiva para sentar visión de país desde la ciudadanía y la voz del pueblo!

Ex congresista Indira Huilca, hija del sindicalista Huilca asesinado:

#NoAceptamosElGolpe. El gobierno que pretende establecer Merino no tiene ninguna legitimidad. A seguir movilizándonos por nuestros derechos y contra la corrupción. Vamos pueblo, que el pueblo no se rinde!

Morsolin Cristiano, experto de derechos humanos en Latinoamerica, ha comentado :

«He trabajado con Tania Pariona, Indira Huilca, Marisa Glave y he conocido la congresista Mirtha Vasquez en Cajamarca en octubre de 2004 durante la lucha en Quilish. Todas ellas son mujeres representativas de las luchas por el cambio hoy en Perú».

FOTO: Tania Pariona, Indira y Marisa Glave, hoy marchando en Lima.