Archivo mensual: diciembre 2018

Colombia: alla Javeriana di Bogotá seminario su infanzia e pace, “molti ragazzi sono utilizzati dal crimine organizzato”. Nota di Morsolin su SIR-Vaticano

Javeriana prof Rueda NOV 2018

“Oggi sono circa 10.000 gli adolescenti coinvolti in processi penali in Colombia. I terziari cappuccini attualmente accolgono 2.000 ragazzi in situazione di forte vulnerabilità”. Lo spiega al Sir Juan José Calderón, coordinatore dell’area pedagogica dei Religiosi terziari cappuccini della Colombia, a margine del seminario nazionale dal titolo “Violenza, bioetica sociale, infanzia e pace”, che si è concluso il 30 novembre all’Università Javeriana di Bogotá.

Prosegue il religioso: “La nostra azione pastorale si orienta alla ri-educazione, al ridare significato alle loro vite, riscattando la loro dignità come figli di Dio, risarcendo e ristabilendo i loro diritti negati. Lavoriamo in 5 città in Colombia. C’e una grave situazione soprattutto a Medellín, per l’aumento della violenza delle mafie e dei gruppi armati illegali, lo vediamo nel nostro centro di accoglienza La Pola. Molti ragazzi sono utilizzati dal crimine organizzato, vendono droga, sono contrattati dalle mafie come baby killer, qui non si vede lo Stato… Serve lavoro dignitoso per i giovani, un accompagnamento pedagogico anche per le famiglie”, conclude Calderón.
Fernando Arabe, vice rettore dell’Università Cattolica Luis Amigo di Bogotá, promossa dai terziari cappuccini, aggiunge: “Papa Francesco ci ricorda che dobbiamo imparare a coniugare l’accoglienza e promuovere l’integrazione tra ipopoli, proteggere i migranti non con le parole ma con fatti. Penso alla carovana di migranti di Honduras e Guatemala in cammino verso Usa. E Gesù che nasce nei popoli migranti”, conclude Arabe.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, spiega al Sir: “L’Università Pontificia Javeriana sta guidando un nuovo progetto che si svilupperà nel 2019 per approfondire risposte sostenibili sui temi della violenza infantile e della costruzione di pace, per non criminalizzare gli adolescenti in conflitto con la legge”.

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Colombia: alla Javeriana di Bogotá seminario su infanzia e pace, “restituire vita dignitosa a bambini e adolescenti senza criminalizzarli”. Nota di Morsolin su SIR-Vaticano

Javeriana prof Rueda NOV 2018

Si è concluso il 30 novembre alla Pontificia Università Javeriana di Bogotá il seminario nazionale dal titolo “Violenza, bioetica sociale, infanzia e pace”, iniziato giovedì 29 novembre, che ha messo insieme varie realtà culturali ed ecclesiali, come la stessa Javeriana dei gesuiti, la Congregazione dei religiosi terziari cappuccini e l’Università cattolica Luis Amigo di Bogotá.
Eduardo Rueda, direttore dell’Istituto di bioetica della Javeriana e coordinatore del gruppo di studio sulla filosofia politica della Conferenza di accademici latinoamericani Clacso, spiega al Sir l’idea base del convegno, nell’attuale contesto sociale della Colombia e nel 29° anniversario della convenzione dei diritti del bambino del 1989: “Esiste una connessione immediata che lega la pace alla giustizia. Anche con il silenzio delle armi dopo accordi di pace con Farc, la violenza continua con la violazione della dignità umana e dell’uguaglianza, nell’iniqua distribuzione dei beni che caratterizza la Colombia. Nella visione del presidente Duque, la responsabilità penale degli adolescenti va interpretata nel castigare il giovane che delinque e viola la legge. È una prospettiva retributiva, la colpa deve avere sempre un castigo. Invece, una visione di giustizia transizionale si fonda nella memoria delle vittime. Il ragazzo che infrange la legge non dev’essere immediatamente castigato, perché la rottura dell’ordine sociale ha violentato la società nel suo insieme e, per questo, la priorità è restituire una vita dignitosa a questi bambini e adolescenti vissuti nell’abbandono familiare e nell’esclusione”. Una terza concezione della giustizia minorile “si fonda sulla redistribuzione. Va garantita distribuzione equa dei beni”. Rueda ricorda poi un quarto elemento, introdotto al Convegno da Nancy Freiser: essere donna, essere bambino, essere indigeno, oggi in Colombia significa sperimentare la violenza diretta, un’esclusione strutturale che purtroppo diventa normale nell’immaginario collettivo. “È una visione sbagliata. Bisogna invece investire nella prevenzione del disagio e nell’accesso ai beni e diritti di base dell’infanzia e adolescenza. Servono trasformazioni nella politica pubblica per promuovere riconciliazione verso chi è stato discriminato”.

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