Archivo mensual: junio 2021

Tribunale dei popoli nella sua sentenza chiede intervento della Corte penale internazionale. Attacchi politici contro gesuiti e altre congregazioni religiose. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano.

Colombia: il Tpp nella sua sentenza chiede intervento della Corte penale internazionale. Attacchi politici contro gesuiti e altre congregazioni religiose

19 giugno 2021

Il Tribunale permanente dei popoli (Tpp), dopo mesi di lavoro che hanno coinvolto anche insigni giuristi italiani come Gianni Tognoni e Luigi Ferrajoli, ha emesso la propria sentenza rispetto alla sessione dedicata alla Colombia, chiedendo l’intervento della Corte penale internazionale (che sta indagando fin dal 2004). Parallelamente, l’inviato speciale dell’Unione europea Eamon Gilmore, collaboratore del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, è arrivato a Bogotá e ha incontrato il presidente Duque. “Abbiamo manifestato personalmente al presidente della Repubblica la preoccupazione che sentiamo in Europa sulla sorte di tanti giovani manifestanti e il presidente mi ha assicurato il suo impegno di ricostruire come sono andate le cose”.

Novità importanti – secondo Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani che ha seguito personalmente i lavori del Tpp -, che coincidono però con un nuovo stallo della trattativa tra i referenti dello sciopero nazionale in corso in Colombia da circa un mese e mezzo: “Anche se il Comitato nazionale dello sciopero ha tolto gran parte dei blocchi stradali, pur essendosi ritirato dal dialogo nazionale, continuano violenza e repressione. Nella notte tra giovedì e venerdì tre giovani manifestanti sono stati assassinati a Pereira e Cali, dove spesso agiscono sia la Polizia sia civili paramilitari. Si tratta di uno dei punti denunciati anche dal Tribunale dei popoli, mentre sono almeno 60 i giovani morti in due mesi.

La sentenza del Tpp è stata criticata da ambienti politici vicini all’ex presidente Uribe. È il caso della senatrice Fernanda Cabal, la quale ha anche attaccato varie realtà ecclesiali, come i gesuiti e in particolare padre Francisco De Roux, presidente della Commissione della Verità, e padre Javier Giraldo, tra i componenti del Tpp, ma anche l’arcivescovo di Cali, mons. Darío Monsalve, e altre congregazioni come i clarettiani e i redentoristi. Tutte personalità definite dalla senatrice “comuniste” o “marxiste”.

Colombia: il Tpp nella sua sentenza chiede intervento della Corte penale internazionale. Attacchi politici contro gesuiti e altre congregazioni religiose

Attesa per rimozione blocchi stradali. Il Governo autorizza la Cidh a entrare nel Paese a partire dal 7 giugno. Commento di Morsolin su Sir-Vaticano.

FOTO: COMISIONADA CIDH, DRA: TROITIÑO Y CRISTIANO MORSOLIN

3 giugno 2021

È ancora presto per capire se l’appello del Comitato nazionale dello sciopero a rimuovere i blocchi stradali abbia sortito l’effetto sperato per aprire una nuova pagina in Colombia, all’insegna del dialogo, dopo oltre un mese di proteste. Anche nelle giornate di lunedì e di ieri non sono mancate manifestazioni in diverse città, mentre c’è attenzione per quanto accadrà a Cali, città simbolo del mese di proteste: alcuni blocchi sono stati tolti anche per la mediazione del sindaco Ospina, mentre spicca il ruolo dell’arcivescovo, mons. Dario Monsalve, che in un’intervista televisiva ha detto tra l’altro: “Quella che stanno generando è una cultura della paura. Vogliono continuare a controllare la società attraverso la paura. Le persone si stanno già ribellando contro di essa. Questa ribellione è sana, ma che non sia violenta”. Ha proseguito l’arcivescovo: “Questo sciopero non ha relazione con alcun politico che aspiri alle presidenziali del 2022. Questo sciopero sta richiamando l’attenzione sulla realtà insopportabile dell’esclusione, degli attentati alla vita. Mi spaventa pensare che le persone che sono in campagna elettorale stiano pensando a una sorta di ping-pong quotidiano tra loro, ma non stiano pensando a questa tragedia che si sta vivendo. Cali può diventare la prima città del continente americano dove viene trasportato un teatro di operazioni militari tra Governo e paramilitari”.


Intanto, un punto fermo è stato messo con il via libera del Governo all’ingresso nel Paese, a partire dal 7 giugno, degli osservatori della Commissione interamericana per i diritti umani, dopo l’iniziale diniego. “In varie occasioni la magistrata panamense Esmeralda de Troitiño, commissaria Cidh, aveva risposto ai vari report diffusi dall’Osservatorio delle realtà sociali dell’arcidiocesi di Cali e da ong italiane. Ora il suo arrivo a Bogotá – commenta al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani – accende le speranze dopo notti di terrore, abusi sistematici, 3mila abusi della polizia, gas lanciati nei condomini e casi gravissimi come Daniel Steven Sánchez, sedicenne portato via in un blindato, il cui corpo bruciato è stato ritrovato qualche giorno dopo”.


Secondo il gesuita Alejandro Angulo, tra i fondatori dell’istituto Cinep, centro studi sulla pace della Compagnia di Gesù, l’ingresso della Cidh nel Paese “sarebbe un fattore dissuasivo in un contesto in cui assistiamo a una violenza di Stato ‘travolgente’, che avviene in uno scenario di crescente impunità in cui gli organi di controllo sono inoperanti”. Gli interventi della Cidh sono necessari quando le autorità statali non hanno avuto la capacità o la volontà di garantire i diritti umani, fermare le violazioni e fare giustizia”.

Colombia: attesa per rimozione blocchi stradali. Il Governo autorizza la Cidh a entrare nel Paese a partire dal 7 giugno

Perù: nessuna novità per indagini su omicidio di Nadia De Munari. Per Polizia missionaria conosceva assassino. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano

3 giugno 2021

Il principale quotidiano di Lima, La República, a poco più di un mese, riaccende l’attenzione sulla morte della missionaria laica, Nadia De Munari, originaria di Giavenale, frazione di Schio (Vi), barbaramente uccisa a Nuevo Chimbote, dove svolgeva il suo servizio educativo con 500 bambini poveri di 5 asili popolari, gestiti dalla Operazione Mato Grosso.
Come si legge nell’articolo resta il mistero sulla vicenda e le indagini non hanno fatto significativi passi in avanti. Certamente, ha perso peso sin da subito l’ipotesi del furto: le porte, rivela il quotidiano, non sono state forzate e non è stato preso denaro. L’articolo afferma che la dinamica sembra portare gli investigatori verso una “vendetta” da parte di qualcuno che conosceva la missionaria; ed è sicuro che “quelli che hanno ucciso Nadia sapevano sicuramente quando e come attaccare”. Sembra anche certo che Nadia De Munari abbia tentato di difendersi.


“La missionaria – scrive ancora La República – ha cercato di proteggersi, come dimostra la frattura al braccio destro. Chi l’ha uccisa ha preso due cellulari ed è scappato, senza nemmeno cercare di perquisire i cassetti dove c’erano soldi”. L’articolo sottolinea che nessuna tra le giovani che vivono nella casa dove la missionaria è stata uccisa ha sentito nulla. Nadia De Munari dormiva al terzo piano, le altre persone al secondo. La República cita le dichiarazioni di un agente della squadra omicidi. Tutto ciò fa pensare che “la missionaria italiana conoscesse il suo aggressore e quando la vittima ha cercato di chiedere aiuto, hanno compiuto un feroce attentato alla sua vita”.

Nel frattempo, » la sorella Vania e la cugina Katia, assessore all’Istruzione del Comune di Schio, continuano a esigere giustizia e verità per Nadia», commenta al SIR, Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina.