Archivo mensual: septiembre 2023

Ong italiane denunciano alla Cidh il “razzismo istituzionale” in atto a Bogotá contro i migranti venezuelani. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano.

FOTO: Relatrice CIDH Dra. Esmeralda Troitiño e Morsolin a Bogotá

22 settembre 2023

Alcune ong italiane che lavorano direttamente in America Latina da oltre 15 anni – come Cipsi, Osservatorio Selvas, Corporazione Millenia (presieduta dall’ex rappresentante Onu in Colombia, Franco Vincenti), insieme a altre espressioni della società civile colombiana come Scuola viaggiante, Creciendo Unidos, Istituto di pace Ipazde dell’Università Santo Tomas di Bogotá, Osservatorio delle realtà sociali dell’arcidiocesi di Cali – hanno inviato un documento alla magistrata Esmeralda Arosemena de Troitiño, relatrice per i diritti dell’infanzia e adolescenza della Commissione Interamericana dei diritti umani (Cidh), per denunciare quello che definisco “razzismo istituzionale” portato avanti nel Paese, in particolare a Bogotá.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in Colombia, commenta al Sir: “Insieme a ong che da molto tempo operano in Colombia, abbiamo inviato un dossier di 60 pagine alla relatrice del Cidh, che abbiamo incontrato nell’aprile 2019. Va sottolineato che la magistrata ci ha prontamente risposto, ringraziandoci e impegnandosi ad attivare il monitoraggio dell’équipe Cidh il relazione al nostro documento che si riferisce a vari fatti promossi dalla sindaca Claudia López, che hanno favorito xenofobia e razzismo contro migranti venezuelani, calpestando varie raccomandazioni della stessa Cidh”.
Per far capire il clima, Morsolin racconta: “Solo un mese fa, alle 9 di sera, siamo stati oggetto di una grave aggressione a mano armata, da parte di 4 giovani incappucciati, con revolver, che hanno derubato un piccolo supermercato D1 nella zona di Teusaquillo, davanti alla calle 26 (la grande strada che porta all’aeroporto, ndr), dove facciamo assistenza umanitaria per bambini, madri e famiglie migranti venezuelane, e ci hanno intimato di non guardare i rapinatori negli occhi. Sono giovani usati dalle mafie mentre le famiglie migranti venezuelani, con vari piccoli bimbi al seguito, camminavano (totalmente indifesi), depositando il carretto con materiali di riciclaggio, ferro, carta, vetro che riciclano durante la giornata per sopravvivere in un contesto di grave abbandono delle istituzioni municipali e di segregazione infantile. Ricordo bene quegli attimi di terrore, di fronte a un giovane sicario incappucciato, mentre stavo dialogando con una famiglia venezuelana migrante con tre bimbi con sintomi di denutrizione, venuta a piedi nella capitale, impossibilitati ad andare a scuola perché gli istituti pubblici di Santa Fe (zona degradata di prostituzione in pieno centro storico) hanno rifiutato l’iscrizione, violando il diritto universale di poter studiare”.

Colombia: diverse ong italiane denunciano alla Cidh il “razzismo istituzionale” in atto a Bogotá contro i migranti venezuelani

Timochenko (ultimo capo Farc), “sosteniamo l’appello del Papa al disarmo, venditori di tutto il mondo e Beretta, venivano da noi nella boscaglia”. Scandalo D’Alema. Esclusiva di Sir-Vaticano.

11 settembre 2023

“Attraverso il mercato nero qui in Colombia era facile per noi guerriglieri delle Farc procurarci pistole Beretta prodotte in Italia, ricordo alcuni modelli come la 9 millimetri, la famosa 7,65 Beretta. Era anche facile procurarsi armi Sig Sauer, che non hanno la sicura e possono essere usate rapidamente”. A dichiararlo, al Sir, è l’ex capo delle Farc, la principale guerriglia marxista della Colombia, e ore senatore di Comunes, Rodrigo Londoño Echeverri, più noto come Timochenko, a margine dell’evento pubblico promosso la scorsa settimana nell’ambito della Settimana della pace dalla Pontificia Università Javeriana di Bogotá, gestita dai Gesuiti.
“In questo importantissimo evento – ha proseguito Timochenko –, diciamo che le armi devono essere portate fuori dalla Colombia, le armi non si possono commerciare, sono uno strumento di morte, è assurdo che sia stato così facile procurarsi molte armi, i venditori venivano da noi nella boscaglia, le armi provenivano da molte parti del mondo, ma non sapevamo dove i trafficanti di armi le prendessero. In questa Settimana per la pace, sosteniamo l’appello di Papa Francesco al disarmo. Non conosco lo scandalo D’Alema (in Colombia rilanciato nei giorni scorsi da alcuni articoli del settimanale ‘Semana’), ma dobbiamo parlarne in una settimana così importante”.
Cristiano Morsolin esperto di diritti umani in Colombia, attraverso il quale sono state raccolte le dichiarazioni dell’ex capo delle Farc, aggiunge al Sir: “Come osservatore internazionale, sono stato testimone di uno storico incontro delle vittime all’Università Javeriana il 7 settembre scorso con il colonnello in pensione Luis Fernando Borja, reo confesso di oltre sessanta casi di ‘falsi positivi’, e con Rodrigo Londoño ‘Timochenko’, l’ultimo capo delle Farc. Malgrado l’ingentissima scorta, ha rilasciato queste brevi dichiarazioni, che sfiorano anche lo scandalo di corruzione internazionale nella intermediazione di armi tra Italia e Colombia, di cui qui si sta molto parlando, che vedono tra gli indagati, in Italia, anche l’ex premier Massimo D’Alema”.
La Settimana per la pace – prosegue Morsolin – ha confermato nel Paese l’impegno di importanti personalità, come l’arcivescovo emerito di Cali, mons. Darío Monsalve, in prima linea nel negoziato con l’Eln, chiamata a rispettare i 180 giorni di cessate-il-fuoco, i gesuiti Francisco De Roux, già presidente della Commissione della Verità (‘Penso che morirò cercando la pace’, ha detto durante un dibattito a Cartagena, confidando però sulle nuove generazioni) e Vicente Durán Casas”. Quest’ultimo, al dibattito promosso dalla Javeriana, ha affermato: “Siamo sempre in ritardo per la pace. Per questo non possiamo rimandarla. Sarà sempre imperfetta e per questo sarà sempre necessaria. Con tutti, altrimenti non lo sarà”.

Frasi dette in risposta al Commissario per la Pace Danilo Rueda (già direttore della Commissione interecclesiale Giustizia e pace), angosciato per i continui omicidi di leader sociali nel Paese.

Colombia: al via ieri la Settimana per la pace promossa da Chiesa e numerose organizzazioni. Intenso programma a Cartagena. Commento di Morsolin C. su Sir-Vaticano.

FOTO: P. Francisco de Roux testimonial del libro di Morsolin.

4 settembre 2023

Ha preso avvio ieri, in Colombia, la Settimana per la pace, tradizionale appuntamento promosso dalla Chiesa colombiana e da numerose organizzazioni, istituti, associazioni, università e altre realtà accomunate dall’impegno per la costruzione della pace. Una settimana di storia, vita e memoria, che quest’anno si svolge all’insegna del motto nazionale “Raduni che creano pace”. Durante la Settimana, particolare significato ha la figura di san Pedro Claver, il gesuita che a Cartagena promosse la dignità degli schiavi provenienti dall’Africa.
In quest’ottica, tra i tanti appuntamenti promossi nel Paese, spicca il programma di eventi organizzato dall’arcidiocesi di Cartagena nel santuario dedicato a san Pedro Claver (visitato da Papa Francesco nel 2017), che culminerà nella festa del 9 settembre, memoria del santo gesuita. Tra gli incontri e le attività, spicca il 7 settembre una conversazione con padre Francisco de Roux, presidente della Commissione della Verità.
Afferma l’arcivescovo di Cartagena, mons. Francisco Javier Múnera, padre della Consolata: “L’impegno per la riconciliazione, la convivenza e la speranza, pongono la città di Cartagena al centro di dibattiti, presentazioni culturali, celebrazioni religiose e altro ancora. San Pietro Claver conosciuto anche come Patrono dei diritti umani è il protagonista”. Il 9 settembre, giornata nazionale dei diritti umani e festa di San Pietro Claver, si svolge l’evento centrale della settimana per la pace. Espressioni culturali e religiose e processi di protesta sociale convergono nelle strade della città”.
Commenta da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “Mentre i gesuiti del Cinep celebrano cinquant’anni di impegno pastorale per la pace con un seminario all’Università Javeriana di Bogotá, sulla ricerca accademica per la pace, l’arcivescovo Munera convoca personalità di valore internazionale, come padre De Roux, e lo stesso nuovo direttore del santuario di San Pedro Claver a Cartagena, il gesuita Alfredo Ferro, già segretario esecutivo della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia. Il tutto, in un contesto molto difficile, dopo che la Corte Costituzionale ha decretato la pace totale del presidente progressista Gustavo Petro, come incostituzionale”.