Morsolin partecipa al tavolo su «diritti umani e democrazia» a Verona insieme a prof. Mascia e Vescovo Pompili in preparazione di Arena di Pace con Papa Francesco.

Sabato 20 aprile 2024alle 10.30 nel Salone dei vescovi dell’episcopio veronese (piazza Vescovado, 7 – Verona) ho partecipato – come esperto di diritti umani in America Latina e membro del tavolo su diritti umani e democrazia – al quarto incontro in preparazione alla visita di papa Francesco del prossimo 18 maggio dove parteciperà anche ad Arena di Pace 2024.

Dopo il tema lavoro, l’economia e la finanza, il cammino preparatorio pone al centro i diritti e la democrazia.

Ho intervistato fratel Antonio Soffientini, missionario comboniano e rappresentante di Nigrizia e Fondazione Nigrizia, tra le realtà promotrici di “Arena di pace” che ha sintetizzato alcune questioni.

La pace è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani. Ma è anche una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno. La promozione dei Diritti dell’Uomo è via verso la Pace.

Affinché all’uomo sia garantito il diritto alla vita, alla libertà, all’eguaglianza, alla cultura, al godimento dei beni della civiltà, alla dignità personale e sociale, occorre la Pace. Dove non vi è Pace il diritto perde il suo volto umano. Là dove non vi è rispetto, difesa, promozione dei Diritti dell’Uomo, non vi può essere vera Pace. Perché Pace e Diritto sono reciprocamente causa ed effetto uno dell’altro: la Pace favorisce il Diritto; e, a sua volta, il Diritto la Pace.

La buona politica è al servizio della pace. Essa rispetta e promuove i diritti umani fondamentali, che sono ugualmente doveri reciproci, affinché tra le generazioni presenti e quelle future si tessa un legame di fiducia e di riconoscenza.

La crisi globale che stiamo vivendo ci indica nell’incontro e nel dialogo fra le generazioni la forza motrice di una politica sana, che non si accontenta di amministrare l’esistente «con rattoppi o soluzioni veloci». Quando la politica si traduce nell’incoraggiamento dei giovani talenti e delle vocazioni che chiedono di realizzarsi, la pace si diffonde nelle coscienze e sui volti. Diventa una fiducia dinamica, che vuol dire “io mi fido di te e credo con te” nella possibilità di lavorare insieme per il bene comune.

La politica è per la pace se si esprime, dunque, nel riconoscimento dei carismi e delle capacità di ogni persona.

Critiche del professore Marco Mascia

Marco Mascia è professore di Relazioni internazionali all’Università di Padova, dove è titolare della cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace”, Presidente del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca”, Coordinatore della Rete delle Università Italiane per la Pace.

Marco Mascia ha esordito mostrando la profonda crisi della democrazia a causa dell’inadeguatezza del contenitore istituzionale e per una sorta di disaffezione dei cittadini. Riguardo al primo aspetto ha sottolineato: «Le decisioni importanti sono a livello internazionale, per cui la forma dello Stato nazione è svuotata di significato e allo stesso tempo il multilateralismo è in difficoltà proprio a causa dei singoli Stati». Quindi ha continuato: «La democrazia è ancora il modo più adatto, ma urge cambiare la statualità rendendola sostenibile, avendo come riferimento e bussola la sussidiarietà, il rispetto dei diritti umani, il multilateralismo».

A Verona, Marco Mascia ha sottolineato: “le marce come quella di Perugia-Assisi con il coinvolgimento di migliaia di giovani, le arene di pace che stiamo organizzando, servono! Non accettiamo le parole di Ernesto Preziosi sul “pacifismo dei palloncini”. Dobbiamo continuare a farci sentire anche se i mass-media isolano i pacifisti. Parlo di Gaza e della violazione del diritto internazionale da parte dello stato di Israele. Molti stati sono complici del genocidio dei palestinesi in Gaza, anche il nostro paese Italia e Usa. Libia, Siria, Afganistan, Iraq, sono tutte guerre fatte da paese supuestamente… democratici. Oggi vediamo una grave regressione dei diritti umani in Europa. L’Europa investe nell’industria delle armi e parla di democrazia ma costruisce muri per fermare i migranti. Ci dobbiamo attivare per difendere la vita che incarna la dignità umana nella interdipendenza dei diritti DESC, sono indivisibili i diritti dei popoli. Come insiste Papa Francesco, come ce lo ha ricordato nel discorso alle scuole di pace, non basta solo dare regole, bisogna agire collettivamente per difendere i principi di giustizia e fratellanza, costruiamo la CITTADINANZA AGITA, non subita, nell’ottima della cittadinanza universale.

Scopriamo il potere della Arena di Pace del 18 maggio con Papa Francesco, il potere dei valori, delle idee della democrazia partecipativa, il potere delle reti della società civile nella crisi delle democrazie occidentali, nella folle minaccia di usare armi nucleari, nelle democrazie occidentali fragili con pericoli di autoritarismi e populismi. In un contesto della scelta della guerra e del riarmo per gestire le relazioni internazionali, di aumento delle diseguaglianze e della fame provocato da un’economia di mercato selvaggio, i diritti umani, la centralità della persona devono diventare i protagonisti della global gobernance, come sfida in questa crisi delle agenzie multilaterali come l’Onu.

Le reti della societa civile internazionale danno risposte concrete di fronte alla incapacità e inadeguatezza degli Stati, dobbiamo lavorare sulla cittadinanza attiva”, conclude Mascia.

Ernesto Preziosi, Centro Studi e Ricerche Storico Sociali, a sua volta ha fatto emergere come la crisi della democrazia perché logoramento in atto non sia riguardo alle forme che rispetto al secondo dopoguerra si sono stabilizzate, ma nel consenso della gente, «perché è stata usata male la democrazia per cui è la cultura democratica che è in crisi. Abbiamo pensato di esportare la democrazia dove non c’era, ma ora dobbiamo soprattutto rivitalizzarla, va costruita giorno per giorno, non può essere data per scontata perché dentro queste forme c’è chi le elude, derubrica il sistema che inevitabilmente a volte è lento». Quindi l’appello ai cattolici che «sono chiamati più che mai in politica, perché non è il tempo di fare i sonnambuli né per accusare la politica, ma esserci dentro e mettersi in dialogo, per difendere non qualche piccolo aspetto di parte ma la democrazia e quindi i diritti di tutti».

Claudio Gentili, direttore rivista La società ha marcato come in generale, e tra i cattolici in particolare, manchi oggi la capacità di pensiero e cultura, accontentandosi di parlare solo per slogan, mentre «la pace passa per imparare a convivere con il conflitto dell’interpretazione, a leggere giornali che hanno orientamento diversi, oltre che dal dare spazio alla sussidiarietà e alla partecipazione».

Nelle conclusioni, il vescovo Domenico Pompili ha ricordato l’importanza di continuare a riflettere e ad agire nel campo dei diritti e della democrazia, rispetto ai quali occorre un’opera continua «da artigiani».

Ho salutato personalmente il vescovo Domenico Pompili , informandolo dell’incontro del 29 aprile che stiamo organizzando a Valdagno con il vescovo di Rovigo, Mons. Pierantonio Pavanello.

VEDI VIDEO:

https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2024/04/verona-fervono-preparativi-visita-papa-francesco-18-maggio-a832f31a-bbb2-4444-808c-c8de4c43399c.html

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