Archivo mensual: marzo 2022

Voci di pace di fronte ai crescenti scenari di guerra nel Paese e in Ucraina. Esercitazioni con la Nato al largo di Cartagena. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano.

FOTO: Presidente della Commissione della Verita, P. De Roux, fa da testimonial del libro di Morsolin.

7 marzo 2022

Mentre sulle acque di fronte a Cartagena sono iniziate delle operazioni militari di altissimo livello con la Marina militare colombiana e un’immensa nave militare statunitense, lunga 100 metri, con 300 soldati a bordo, il Governo distoglie l’attenzione dei gravi massacri e scandali che continuano ad avvenire quotidianamente in Colombia”. Lo racconta, da Bogotá, l’esperto di diritti umani Cristiano Morsolin, sottolineando la duplice preoccupazione per la guerra in Ucraina, anche in considerazione che la Colombia è l’unico Paese sudamericano “partner” della Nato, e per la forte ondata di violenza da parte dei gruppi armati e illegali nelle ultime settimane, in piena campagna elettorale.


La Comunità di Sant’Egidio ha promosso un sit-in nella capitale colombiana per chiedere “la smilitarizzazione dei cuori, per frenare la escalation di violenze nella frontiera tra Colombia e Venezuela tra gruppi armati della dissidenza Farc ed Esercito di liberazione nazionale, per fermare le violenze in Arauca e nel Chocó, dove la paura e l’abbandono statale si sentono fortemente. Chiediamo giustizia, verità e riconciliazione per tutti i massacri, omicidi di leader sociali, che si stanno compiendo in questo inizio anno”, sottolinea Karen, educatrice che fa parte di Sant’Egidio di Colombia.


“Grazie al Sir per aver seguire il cammino che stiamo facendo in Colombia – afferma, in questo contesto, il presidente della Commissione della Verità, padre Francisco De Roux (testimonial del libro di Morsolin, «La bomba que hizo caer el ministro» (Antropos, 2021) –. Dopo la recente denuncia sulle intimidazioni ricevute dalla Commissione, siamo stati ricevuti da diversi ambasciatori di Paesi europei e speriamo che il presidente Duque ci dia garanzie per continuare nella ricerca della verità e della riconciliazione. Cerchiamo la determinazione di costruire una Colombia che unisca per la pace e non per l’odio, costruendo un ponte in mezzo a tante barbarie. La Commissione della Verità ha individuato ben 4 mila uomini, donne e giovani che hanno ‘combattuto’ senza armi, sono stati uccisi per la loro scelta di difendere la vita, di difendere i diritti umani, sono martiri bianchi, che sapevano di poter essere calunniati e perseguitati, come ci dice il Vangelo, ma hanno dato tutta la loro vita per la pace, la giustizia, la verità, l’inclusione. Proprio per questo non vogliamo la guerra, come questa follia che sta accadendo in Ucraina”.

Colombia: voci di pace di fronte ai crescenti scenari di guerra nel Paese e in Ucraina. Esercitazioni con la Nato al largo di Cartagena

Ministro dell’Interno sconfessa denunce di mons. Barreto, annullato appuntamento tra vescovi della regione e Governo. A Cali “agenda di pace” tra arcidiocesi ed Enti locali. Commento di Morsolin su Sir-Vaticano.

21 febbraio 2022

21 Febbraio 2022 @ 10:04

(Foto: Conferenza episcopale colombiana)

Si respira una forte tensione, forse senza precedenti, tra la Chiesa e il Governo colombiano. I vescovi Carlos Barreto di Quibdó, Mario De Jesús Álvarez di Istmina-Tadó e Hugo Alberto Torres di Apartadó hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui hanno annullato all’unanimità l’incontro con il consigliere presidenziale responsabile per i diritti umani, Jéfferson Mena Sánchez, previsto per sabato 19 febbraio. La scorsa settimana mons. Barreto, vescovo di Quibdó, capoluogo del dipartimento occidentale del Chocó, aveva scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, Iván Duque, chiedendo un incontro urgente dei vescovi della zona con il Governo, a causa della crescente situazione di insicurezza e violenza. Il ministro dell’Interno, Daniel Palacios, ha criticato le parole dei vescovi, ritenute “false e stravaganti”. Da qui la decisione di mons. Barreto e dei due confratelli di cancellare l’incontro in agenda. Va sottolineato che la denuncia di mons. Barreto, assieme a quelle degli altri vescovi delle zone periferiche e più esposte alla violenza, aveva ricevuto l’esplicito appoggio di tutta la Conferenza episcopale colombiana, durante la conferenza stampa di giovedì scorso. “Quando un vescovo rivolge un appello in nome di un popolo tutti noi ci identifichiamo completamente”, aveva detto il presidente dell’episcopato, mons. Luis José Rueda.
I vescovi hanno cancellato l’incontro, ritenendo che questo non sia “il momento opportuno per il dialogo”, e ribadendo la propria posizione, che faceva tra l’altro riferimento a una relazione del difensore civico (Defensor del pueblo), secondo il quale il 72% della popolazione vive in situazione di rischio.
La notizia di una positiva collaborazione tra Governo e Istituzioni locali arriva invece dal dipartimento di Valle del Cauca a dal suo capoluogo, Cali. In un recente incontro, l’arcivescovo, mons. Darío Monsalve, i sindaci di Cali, Buenaventura, Palmira e Jamundí, hanno stabilito un’agenda “di pace”, articolata in diversi punti e iniziative concrete di carattere umanitario. Secondo l’Osservatorio delle realtà sociali dell’arcidiocesi di Cali, “nel mezzo delle crisi umanitarie affrontate dalle comunità nella regione del Pacifico, si sta sviluppando un’alleanza con sindaci, Chiese e società civile, con lo scopo di costruire iniziative che uniscano gli sforzi per rispondere alle sfide umanitarie, sociali ed economiche”.

Colombia: vescovi, “non abbiamo paura, totale vicinanza” a chi denuncia violenza, narcotraffico, corruzione

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmailPrint18 Febbraio 2022 @ 10:41

(Foto Conferenza episcopale colombiana)

Un messaggio in vista del doppio appuntamento elettorale previsto nel 2022 (in marzo le elezioni parlamentari, a fine maggio le presidenziali), con l’auspicio di “rafforzare il sistema democratico” e di un impegno per “lo sviluppo globale della popolazione”. E una conferenza stampa conclusiva, seguita in modalità virtuale dal Sir, alla quale non ha preso parte solo la Presidenza, ma anche i vescovi delle zone più periferiche, colpite dalla violenza e dal narcotraffico, in modo cresce e preoccupante negli ultimi mesi. Si è conclusa così ieri, a Bogotá, l’assemblea plenaria della Conferenza episcopale colombiana (Cec), con un segnale chiaro di collegialità e appoggio ai vescovi più esposti, a volte minacciati, come Ruben Darío Jaramillo, vescovo di Buenaventura, a volte spinti dalle sofferenze del loro popolo ad “alzare la voce”, come è accaduto nei giorni scorsi a mons. Juan Carlos Barreto, vescovo di Quibdó, che ha chiesto un incontro urgente al presidente Duque.

“Non abbiamo paura – ha scandito il presidente della Cec, mons. Luis José Rueda Aparicio, accompagnando le parole di denuncia dei confratelli -. Quando un vescovo rivolge un appello in nome di un popolo tutti noi ci identifichiamo completamente”. E l’arcivescovo di Cali, mons. Darío Monsalve, ha parlato di “totale vicinanza” a mons. Barreto e agli altri vescovi più esposti. Insomma, nessuno provi, in questo momento pre-elettorale, a dividere i vescovi o a zittirli di fronte alle inaccettabili situazioni di violenza, traffici illegali, corruzione, dimenticanza di alcune zone del Paese, messe insieme ieri in un triste mosaico. Un accorato appello è stato rivolto ai gruppi armati, perché attuino un cessate-il-fuoco durante la campagna elettorale. Mons. Óscar Alberto Sánchez, vescovo di Popayán e vicepresidente della Cec, ha parlato di una “diseguaglianza che scandalizza il mondo” e ha lanciato l’allarme sulla pervasività del narcotraffico.
Durante la conferenza stampa è stato letto il messaggio sulle imminenti elezioni. Ai cittadini è stato chiesto di esercitare un “voto libero e responsabile, frutto di una decisione informata e coscienziosa”. Conoscere la traiettoria e le proposte dei candidati, che devono essere “onesti e competenti”, impegnati nello sviluppo delle comunità, nei diversi territori. Coloro che sono impegnati in politica sono esortati a “trovare la più grande motivazione per il loro servizio al bene comune”, e “coinvolgere tutti in un progetto nazionale che abbia a cuore la pace, accrescendo la fiducia nelle istituzioni e negli altri”.
Mons. Rueda ha risposto anche a una domanda che gli è stata rivolta sulle polemiche che sono sorte in merito alla recente udienza privata, per parlare sui temi dell’ecologia e della custodia del creato, concessa da Papa Francesco al candidato a presidente della sinistra, Gustavo Petro. “Credo – ha detto il presidente della Cec – che il Papa abbia voluto dare un esempio di vicinanza verso tutti, un messaggio sulla necessitò di ascoltarci tutti, di non escludere nessuno, per cercare le migliori soluzioni”.

Trafugate registrazioni della Commissione della Verità dell’interrogatorio al boss Otoniel. Appello di p. De Roux alla comunità internazionale, “ci accompagni in grave momento di intimidazione”. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano.

21 febbraio 2022

(Foto: Comision de la Verdad)

“Lancio questo appello attraverso il Sir, affinché la comunità internazionale accompagni la Commissione della Verità in questo grave momento di intimidazione, dobbiamo proteggere collettivamente la ricerca della verità e della pace”. Pesa le parole, al termine della messa celebrata nella chiesa della Soledad, nella sede della Compagnia di Gesù di Bogotá, padre Francisco De Roux, presidente della Commissione della Verità prevista dagli accordi di pace in Colombia, dopo il grave fatto accaduto sabato sera: dei ladri sono entrati illegalmente nella casa di un personale collaboratore di padre De Roux, Andrés Celis Rodríguez, e hanno hanno rubato computer e registratore, dopo l’intervista effettuata, a nome della Commissione, al capo della formazione paramilitare Clan del Golfo, Dairo Úsuga David, alias Otoniel. Arrestato nei mesi scorsi, Otoniel è considerato uno dei leader del narcotraffico colombiano, a volte equiparato al temutissimo Pablo Escobar.
“La Commissione – prosegue il presidente della Commissione della Verità – chiede garanzie per continuare con le interviste con alias Otoniel e la sicurezza e la privacy di coloro che partecipano alle sessioni”, riferendo di aver chiesto alle autorità competenti di indagare diligentemente ed efficacemente per trovare i responsabili del furto. De Roux aggiunge: “Ringrazio l’ambasciatore della Germania Peter Ptassek per la sua solidarietà, la quale dimostra che i Paesi dell’Unione europea, fin dagli accordi di pace con le ex Farc, ci sono particolarmente vicini in questo difficile cammino”. Conclude il gesuita: “Domani mattina, all’alba (oggi per chi legge, ndr), incontrerò personalmente Otoniel per esercitare la mia autorità, prevista dalla legislazione colombiana, anche in considerazione del fatto che durante l’udienza di giovedì scorso, nel carcere di massima sicurezza, la Polizia aveva interrotto il lavoro della Commissione della Verità, adducendo la mancanza di protocolli. Andrò personalmente, perché non si può intimidire la verità”.


Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, commenta al Sir da Bogotá: “Stiamo attraversando la peggiore tensione tra Governo del presidente Duque e la Chiesa cattolica, per alcuni analisti essa fa seguito all’udienza privata che recentemente Papa Francesco ha concesso al candidato progressista presidenziale Gustavo Petro. Una tensione esplosa con le dichiarazioni del ministro degli Interni, Daniel Palacios, che ha sconfessato il vescovo di Quibdó Juan Carlos Barreto. E ora si interviene per ostacolare le deposizioni alla giurisdizione speciale per la pace del grande boss dei narcos, Otoniel. Padre De Roux denuncia un clima di intimidazione senza precedenti, e il motivo è che Otoniel, potrebbe svelare tanti misteri, in un anno cruciale elettorale”.

Va segnalato anche che, nei giorni scorsi, la senatrice del Centro democratico, María Fernanda Cabal, aveva dichiarato che “la teologia ignaziana si presta per indottrinare al socialismo attraverso la fede”. Segno dell’attuale clima politico, prosegue Morsolin, “è stato anche il Summit ibero-americano dell’estrema destra continentale promossa dal partito spagnolo Vox”. Sabato scorso, è intervenuto l’ex presidente Álvaro Uribe, insieme a Ernesto Fraujo, brasiliano, ex ministro degli Esteri di Bolsonaro.