Archivo mensual: octubre 2018

Brasile: la svolta populista che preoccupa tutta l’America Latina di Cristiano Morsolin su VITA

Marina silva BR y YO 1marzo 2018

Il candidato presidenziale Jair Bolsonaro ha vinto le elezioni in Brasile con il 55,7%. Per la stampa internazionale la quarta democrazia più grande del mondo sarà governata da un populismo estremista di destra

«Sono scuole per guerriglieri. Se continueranno con le occupazioni illegali di proprietà privata del Movimento senza Terra MST, nel mio governo applicheremo loro le leggi antiterrorismo» (ottobre 2018)

«Dobbiamo farla finita con questa lagna del femminicidio. C’è solo l’omicidio e io infilerei un’arma in tutte le cinture» ( Giornata della donna, 8 marzo 2017)

Ecco il linguaggio dell’odio e della contrapposizione con cui il candidato presidenziale Jair Bolsonaro ha vinto le elezioni in Brasile con il 55,7%, contro il 44,30% ottenuto da Fernando Haddad, ex sindaco di San Paolo, il delfino di Lula e del Partito dei Lavoratori (Partido dos Trabalhadores PT). Gli editoriali dei principali quotidiani europei come El Pais, The Guardian, Le Monde denunciano che la quarta democrazia più grande del mondo sarà governata da un populismo estremista di destra.

Sergio Paulo Pinheiro, (un amico che stimo profondamente e con cui ho scritto il mio libro “En la periferia de la copa del mundo- Propuestas para enfrentar el apartheid de la segregacion urbana y defender el derecho a la ciudad en Latinoamerica“ Edizioni Antropos, Bogotá, 2015), Ministro dei diritti umani della Presidenza Cardoso, oggi Presidente della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite in Siria, preannuncia un futuro tenebroso: “Credo che in Brasile avra’ un retrocesso catastrofico delle politiche di Stato in materia dei diritti umani e verranno annullate tutte le politiche di stato che i governi democratici anteriori hanno sempre confermato, sara’ un disastro interno e internazionale”.

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http://www.vita.it/it/article/2018/10/29/brasile-la-svolta-populista-che-preoccupa-tutta-lamerica-latina/149552/

Foto: Morsolin e la candidata presidenziale Marina Silva, Ex Ministra dell’ambiente di Lula

Colombia: seminario internazionale sulla Laudato Si’. Hoevel (Uca), “partecipazione attiva frena populismi”. P. Scannone (teologo), “non perdiamo speranza per cambiamento”.Nota di Morsolin sul SIR-Vaticano

Scannone y Yo

Si è parlato anche di populismi nell’ultima giornata del seminario internazionale “Critica al paradigma tecnocratico e il suo superamento secondo l’enciclica Laudato Si’”, organizzato, dal 22 al 24 ottobre, dalla Pontificia Università Javeriana di Bogotá, in collaborazione con l’Organizzazione delle Università cattoliche dell’America Latina (Oducal).

Carlos Hoevel, professore di economia della Pontificia Università Cattolica dell’Argentina (Uca), denuncia: “La mancanza di partecipazione politica della cittadinanza provoca fenomeni pericolosi, come i populismi, sia di destra sia di sinistra. Lo dimostrano i casi di Trump, Bolsonaro e Maduro. La logica divoratrice dei populismi dev’essere frenata con la partecipazione attiva e creativa dei popoli, per rispondere alle necessità concrete della gente comune, che soffre disuguaglianze ed esclusione”. Hoevel invita, sulla scia della Laudato Si’, a trovare vie nuove, evitando la patologia del totalitarismo statale, che fa perdere le liberta personali, e la patologia del neoliberalismo, dove gli Stati diventano strumenti funzionali al mercato, subordinati agli interessi delle élite, mentre le masse vengono messe ai margini, escluse e scartate”.
Gli fa eco Humberto Ortiz, già direttore Ceas di Lima e ora collaboratore stretto del card. Pedro Barreto, vicepresidente della rete Repam: “Papa Francesco ci invita, nella Laudato Si’, come nel discorso a Puerto Maldonado, ad ascoltare i popoli indigeni nella costruzione del ‘buen vivir’”.

Padre Juan Carlos Scannone, teologo argentino e insegnante di greco del futuro Papa Bergoglio, commenta per il Sir: “Questi tre giorni di lavoro collettivo alla Javeriana ci hanno ispirato. Siamo in mezzo a una grave crisi sociale e ambientale globale, non possiamo cadere negli abissi o barbarie, però non possiamo perdere la speranza per il cambiamento”.

Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina e partecipante al seminario, commenta: “Questo seminario latinoamericano, dopo la storica tappa dell’incontro con Papa Francesco proprio un anno fa, sintetizza lo sforzo accademico continentale delle 200 Università cattoliche e pontificie sparse in tutto il continente latinoamericano. È una responsabilità storica e di fedeltà al magistero di Papa Francesco, nella prospettiva di una riforma della Chiesa, ma anche nella trasformazione di nuove relazioni etiche tra mercato, Stato e società”.

https://www.agensir.it/quotidiano/2018/10/26/colombia-seminario-internazionale-sulla-laudato-si-hoevel-uca-partecipazione-attiva-frena-populismi-p-scannone-teologo-non-perdiamo-speranza-per-cambiamento/?fbclid=IwAR0d3mFall3oqVBKoo5SSqIWOjhC9eygiepQKI-JAu0xPSuZxaaf27L08DQ

Colombia: seminario internazionale sulla Laudato Si’. Il teologo Galli, “Francesco e Paolo VI due Papi riformatori”. Nota di Morsolin sul SIR

grupo Boston College y Morsolin 3 april 2018

“Sia Paolo VI sia Papa Francesco hanno in comune il loro essere Papi riformatori. Il primo ha portato avanti le riforme nell’immediato Post-Concilio e Francesco dice di aver voluto mover – smuovere, animare – la Chiesa Cattolica per realizzare le riforme che ancora restano da fare del Concilio Vaticano II. Certo, i Pontefici riformatori provocano reazioni e anche rifiuti”. Lo spiega al Sir padre Carlos Galli, argentino, decano della Facoltà di Teologia della Universidad Catolica de Argentina (Uca) di Buenos Aires e membro della Commissione teologica internazionale, tra i teologi più vicini a Papa Francesco, a margine del seminario internazionale “Critica al paradigma tecnocratico e il suo superamento secondo l’enciclica Laudato Si’”, organizzato dalla Pontificia Università Javeriana di Bogotá dal 22 al 24 ottobre, in collaborazione con l’Organizzazione delle Università cattoliche dell’America Latina (Oducal).
Secondo Galli, “entrambi questi due Papi invitano all’audacia nel cambiare le cose conosciute e stabilite e per questo ci sono reazioni ‘affettive’ di paura e di incertezza. In secondo luogo, essi mettono in discussione le forme di esercizio del potere e di organizzazione strutturale della Chiesa, ma le mentalità più conservatrici tendono ad afferrarsi a questo potere. In terzo luogo, oggi il messaggio sociale di Papa Francesco, come il messaggio sociale di Paolo VI, produce reazioni in coloro che vogliono mantenere un certo ordine mondiale. Così come hanno messo in discussione Paolo VI per la sua enciclica Populorum Progressio, anche gli attuali centri di potere criticano Francesco per il suo messaggio sociale e soprattutto per l’enciclica Laudato Si’”.
Padre Carlos Galli commenta anche la canonizzazione di mons. Romero, avvenuta lo scorso 14 ottobre: “Sia Papa Francesco sia mons. Romero appartengono alla Chiesa e alla cultura dell’America Latina. Entrambi riflettono Gesù, con il suo amore, e la carità pastorale, che dev’essere la cosa più importante di un sacerdote”.
In apertura del seminario padre Jorge Pelaez Piedrahita, rettore dell’Università Javeriana, ha spiegato che il convengo di questi giorni si propone, a partire dall’invito di Papa Francesco, “di esplorare, attraverso il dialogo interdisciplinare e il rigore scientifico, le opportunità e le forme praticabili che possano propiziare trasformazioni profonde nell’interazione tra Stato, mercato e società civile”, con l’obiettivo di raggiungere “un autentico sviuppo umano integrale sostenibile a livello planetario”.

23-10-2018

https://www.agensir.it/quotidiano/2018/10/23/colombia-seminario-internazionale-sulla-laudato-si-il-teologo-galli-francesco-e-paolo-vi-due-papi-riformatori/

Colombia: seminario internazionale su Laudato Si’, presentato il libro di Cristiano Morsolin e Francesco Vincenti. Nota sul SIR-Vaticano

Carátula Libro Francisco

Ieri, martedì 23 ottobre – nell’ambito del seminario internazionale “Critica al paradigma tecnocratico e il suo superamento secondo l’enciclica Laudato Si’”, organizzato dalla Pontificia Università Javeriana di Bogotá dal 22 al 24 ottobre, in collaborazione con l’Organizzazione delle Università cattoliche dell’America Latina (Oducal) – è stato presentato il nuovo libro scritto da Cristiano Morsolin (esperto di diritti umani in America Latina) e Francesco Vincenti, dal titolo “Cambio civilizatorio y nuevos liderazgos sociales – Estado, Mercado Sociedad de Laudato Si’ a los desafíos del siglo XXI”, Edizioni Antropos, Bogotá -, che contiene la prefazione del card. Peter Kodwo Appiah Turkson e vari interventi di personalità accademiche ed ecclesiali, come il cardinale honduregno Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, e il cardinale peruviano Pedro Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo e vicepresidente della Rete ecclesiale pan-amazonica Repam.
Scrive il card. Rodríguez Maradiaga: “La Dottrina sociale dev’essere una forza di cambiamento, deve irradiare tutta la società per orientare lo sviluppo. Lo sviluppo non può essere solo crescita economica, ma deve rispondere alla domanda di una vita integrale dignitosa per ogni uomo in ogni luogo”.
Questa chiave di lettura coincide con le dure affermazioni di Jeffrey Sachs, consulente del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che nella lectio magistralis pubblicata nel libro evidenzia: “Il capitalismo ha prodotto anche sfruttamento e genocidi perché l’economia del mercato e dell’abuso per ottenere ricchezza ha provocato la perversione dell’essere umano e il fallimento della morale per mettere al primo posto l’avidità illimitata”.
“Proprio un anno fa, a fine ottobre 2017, Papa Francesco”, ricorda l’autore, Cristiano Morsolin, ha incontrato un gruppo di esperti internazionali, riuniti in Vaticano in un incontro promosso dalla Pontificia Accademia delle scienze sociali, approfondendo “questo legame perverso tra mercato e diseguaglianze durante un seminario in Vaticano. Questo libro sintetizza il percorso di riflessione globale iniziato un anno fa con l’incontro con Papa Francesco e traccia alcune piste di azione come per esempio la ‘Consulta internazionale su corruzione e mafie’. Come in Italia sta crescendo il mondo dell’economia civile, con la guida di esperti come gli economisti Zamagni, Becchetti e Bruni, così in America Latina cresce l’economia popolare, con il fattore ‘C’ della promozione della comunità, come dice il cileno Luis Razeto”.

https://www.agensir.it/quotidiano/2018/10/24/colombia-seminario-internazionale-su-laudato-si-presentato-il-libro-di-cristiano-morsolin-e-francesco-vincenti/?fbclid=IwAR1msELWjjQk2DV8iahZWnvyNPR_wlj_UgG_Nl6o_jA3P_cikkT2sljoTOo

Colombia: p. Scannone (teologo), “il Papa mi ha scritto, necessario arrivare a maggiore interazione tra i vari soggetti coinvolti nella Dottrina sociale”. Nota di Morsolin sul SIR

Scannone y Yo

“Critica al paradigma tecnocratico e il suo superamento secondo l’enciclica Laudato si’” è il titolo del seminario internazionale organizzato dalla Pontificia Università Javeriana di Bogotá dal 22 al 24 ottobre. Ad aprire i lavori sarà padre Juan Carlos Scannone, professore di greco di papa Bergoglio e il teologo argentino vivente maggiormente riconosciuto. Padre Scannone ha anticipato al Sir l’intervento che farà oggi, ripercorrendo la storia dei convegni promossi negli ultimi anni dal coordinamento delle Università cattoliche latinoamericane sulla Dottrina sociale della Chiesa, a partire dalla Caritas in Veritate di Benedetto XVI e con la collaborazione di importanti intellettuali, tra cui l’economista Stefano Zamagni. Padre Scannone ricorda poi come questo processo sia proseguito con l’elezione di papa Francesco, ben conosciuto dal teologo argentino, che è stato insegnante di greco di Jorge Mario Bergoglio e per dieci anni ha abitato nella stessa residenza del futuro papa, nel Colegio Máximo di San Miguel. Ricorda padre Scannone, a proposito dello studio sulla Dottrina sociale delle università latinoamericane: “Il Papa ha ‘benedetto’ questo processo ed è stato facile trovare chi lo finanziasse”. Da qui la promozione del convegno promosso nell’ottobre 2017 dall’Accademia pontificia delle Scienze sociali e dal suo presidente, mons. Marcelo Sánchez Sorondo, anch’egli in confidenza con Scannone, il quale ricorda l’intervento dell’economista Jeffrey Sachs e le parole di papa Francesco, che “confermò quello che afferma il nostro gruppo di dialogo sulla Dottrina sociale della Chiesa: si deve andare al di là dell’ordine sociale vigente, senza restare solo nella prospettiva di un’economia di mercato, ma arrivando a praticare l’economia sociale di mercato”. In questa prospettiva è centrale la “società civile con la sua visione di reciprocità e dono”.

Nel suo intervento, Scannone ricorda che ha successivamente partecipato, in novembre, a un altro convegno in Vaticano, con sindacalisti si tutto il mondo, sullo sviluppo umano integrale e sostenibile alla luce della Laudato si’. E ricorda di aver notato la singolare convergenza tra i due convegni che si erano tenuti a un mese di distanza: “Scrissi al Papa su questo, e Francesco mi rispose che è necessario arrivare a una maggiore interazione tra differenti settori, come imprenditori, accademici, sindacalisti, a una convergenza tra tutti i soggetti coinvolti nella Dottrina sociale della Chiesa”. In questa prospettiva, riflette padre Scannone, occorre riflettere sul concetto di efficienza, anche alla luce di esperienze come il commercio equo e solidale, nel quale “non si rinuncia al profitto, ma si promuovono i popoli e il loro territori, nella prospettiva di diminuire la povertà e condividere la ricchezza tra tutti tutte, per il bene comune. Bisogna cambiare la struttura del mondo, per il bene comune, realizzando ricerche su esperienze concrete”.

22.10.2018

https://www.agensir.it/quotidiano/2018/10/22/colombia-p-scannone-teologo-il-papa-mi-ha-scritto-necessario-arrivare-a-maggiore-interazione-tra-i-vari-soggetti-coinvolti-nella-dottrina-sociale/?fbclid=IwAR1SDZIokfr4fBaUHrTO_x0jP7zVREXHsm9Vjy_oRroI1BULeia3UUfb0oE

Colombia: Bogotá, da oggi a venerdì all’Università Javeriana due seminari su Laudato si’ e centenario di Pannikar. Nota di Morsolin C. sul SIR-Vaticano

Carátula Libro Francisco

“Critica al paradigma tecnocratico e il suo superamento secondo l’enciclica Laudato si’” è il titolo del seminario internazionale organizzato dalla Pontificia Università Javeriana di Bogotá dal 22 al 24 ottobre, in collaborazione con l’Organizzazione delle Università cattoliche dell’America Latina (Oducal). Il 25 e 26 ottobre si realizzerà invece, sempre alla Javeriana, il seminario iberoamericano “Panikkar 100 años”.

Il primo dei due appuntamenti rappresenta il diretto seguito del percorso iniziato proprio un anno fa in Vaticano, con il seminario “Cambiare le relazioni tra il mercato, lo Stato e la società civile”, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali proprio un anno fa (19-21 ottobre 2017) Il rettore della Pontificia Università Javeriana, padre Jorge Pelaez Piedrahita, e padre Juan Carlos Scannone, professore di greco di papa Bergoglio e il teologo argentino vivente maggiormente riconosciuto, apriranno i lavori.

Nell’ambito del convegno, il 23 ottobre, verrà presentato anche il nuovo libro scritto da Cristiano Morsolin (esperto di diritti umani in America Latina) e Francesco Vincenti, dal titolo “Cambio civilizatorio y nuevos liderazgos sociales – Estado, Mercado Sociedad de Laudato Si’ a los desafíos del siglo XXI”, edizioni Antropos e Millenni@, Bogotá – ottobre 2018, che contiene il prologo del cardinale Turkson e vari interventi di personalità accademiche ed ecclesiali, come i cardinali Oscar Rodriguez Maradiaga (coordinatore G9) e Pedro Barreto, vicepresidente della Rete ecclesiale pan-amazzonica Repam.

José Meza Rueda – organizzatore simposio su Panikkar della Facoltà di Teologia della Javeriane e organizzatore del seminario di Panikar commenta al Sir: “Entrambe le giornate promettono di essere intense e ricche, con la presenza di 23 relatori provenienti dalla Spagna e da vari Paesi dell’America Latina. Non mancheranno varie attività commemorative per il centenario della nascita di questo pensatore indo-spagnolo”.

https://www.agensir.it/quotidiano/2018/10/22/colombia-bogota-da-oggi-a-venerdi-alluniversita-javeriana-due-seminari-su-laudato-si-e-centenario-di-pannikar/

CAMBIO CIVILIZATORIO Y NUEVOS LIDERAZGOS SOCIALES – Estado, Mercado, Sociedad de Laudato Si’ a los desafíos del siglo XXI, nuevo libro de Morsolin C.

Carátula Libro Francisco

CAMBIO CIVILIZATORIO  Y NUEVOS LIDERAZGOS SOCIALES

 Estado, Mercado, Sociedad  de Laudato Si’ a los desafíos del siglo XXI

 Coordinadores:

Francesco Vincenti,  Cristino Morsolin, Edwin Duran

 Editores: Corporación Millenni@ y Antropos Ediciones, pág. 204

ISBN: 978-958-8592-59-6

Bogotá, octubre de 2018

La economía y los mercados han jugado un papel importante en la explotación excesiva de los recursos comunes, en el aumento de las desigualdades y en el deterioro del planeta.

La actual concentración de la riqueza es fruto, en buena parte, de los mecanismos del sistema financiero. Si nos fijamos en las finanzas, vemos además que un sistema económico basado en la proximidad, en la época de la globalización, encuentra no pocas dificultades: las instituciones financieras y las empresas multinacionales alcanzan tales dimensiones que condicionan las economías locales y crean cada vez más dificultades a los estados a la hora de trabajar por el desarrollo de sus poblaciones.

Hay que decir no a la mentalidad del descarte; hay que evitar uniformarse con el pensamiento único, tomando con valentía decisiones buenas y contra corriente”.

Estas palabras de Papa Francisco ofrecen varios elementos interpretativos del Dialogo Latinoamericano para la renovación de las relaciones entre el Estado, el Mercado y la Sociedad que analiza este libro, enfocándose en la construcción de un nuevo cambio civilizatorio.

Si la economía debe proveer las bases materiales para cualquier transformación social y política en este momento de transición épocal, es preciso preguntar cuál es la utopía realista de otra economía, base de otra sociedad y otro modo de institucionalizar lo político.

Otra economía requiere cambios institucionales en la normatividad jurídica y también culturales, que hoy podrían ser ilustrados por las propuestas de Economía Regenerativa, Economía Civil, Economía Fundamental, el Foro sobre Desigualdad y las experiencias de Economía del Buen Vivir entre otras, como destacan algunos autores de los textos aquí reunidos

Es necesario encontrar los caminos para la superación del “paradigma tecnocrático que privilegia la irrupción del poder económico en contra de los ecosistemas naturales y, por lo tanto, del bien común de nuestros pueblos” afirma el Papa Francisco en el reciente viaje en Chile.

Por ello, insiste el Papa, es preciso alentar y ampliar «una mirada distinta, un pensamiento, una política, un programa educativo, un estilo de vida y una espiritualidad que conformen una resistencia ante el avance del paradigma tecnocrático» (Laudato Si 111).

Francisco manifiesta que es intolerable que “los mercados financieros gobiernen la suerte de los pueblos”. Hay textos relevantes sobre estas cuestiones financieras, como el del Pontificio Consejo de Justicia y Paz, “Por una reforma del sistema financiero y monetario internacional en la prospectiva de una Autoridad Pública con com­petencia universal” (elaborada por el Cardenal Turkson que envió un mensaje a los participantes de esta iniciativa Dialogo Latinoamericano), donde se enfatiza que no se pueden anteponer el pago de las deudas a la vida y a la dignidad de los pueblos , que a su vez subraya el Cardenal Rodríguez Maradiaga (co-autor de esta publicación), animador de la campaña mundial por la cancelación de la deuda externa en el Jubileo de 2000.

El valor agregado de este libro es el puente entre las visiones académicas (de expertos reconocidos como Jeffrey Sachs, Stefano Zamagni, Fabio Moschen, Guillermo Castro, Pablo Yanes), de empresarios (como Patrick Slim, Rolando Medeiros, Eduardo Villar), de políticos (como Tania Pariona-Presidenta de la Comisión de la Mujer y de la Familia del Congreso de la Republica de Perù, Mercedes Canese-colaboradora del Presidente del Senado y ex Presidente de la Republica de Paraguay Sen. Fernando Lugo, el político italiano Franco Monaco, co-fundador del PD y del Ulivo junto a Romano Prodi)  y la implementación de alternativas sustentables a nivel económico y político.

En esta perspectiva este libro ofrece algunas pistas de acción, como todo lo relacionado con agro-innovación, energías renovables, economía regenerativa, innovación tecnológica y bio-economía.

Otra propuesta innovadora es la economía fundamental, entendida como el capital cotidiano de los ciudadanos – entre ellos salud, educación, servicios energéticos, transporte – como bienes públicos esenciales para la vida y no una mercancía, cuyo acceso dependa de la capacidad económica de las personas.

Estas propuestas de la Corporación Millenni@ responden al llamado del Papa para aterrizar la Doctrina Social de la iglesia a la vida cotidiana.

ABSTRACT EN ANEXO:

ABSTRACT Libro Morsolin 2018

 

 

Brasile: domani il primo giorno delle Presidenziali. Timori da società civile e associazioni femministe per affermazione Bolsonaro. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano

Marina silva BR y YO 1marzo 2018

6 ottobre 2018 @ 13:52

Nel Brasile che si appresta a votare per le elezioni presidenziali (domani 7 ottobre si tiene il primo turno) in un clima di forte polarizzazione, a dominare nel dibattito politico sono il “fattore Bolsonaro” (il candidato di destra, ammiratore di Trump e nostalgico dei militari, dato in vantaggio dai sondaggi) e, collegato a questo, il “fattore femminile”, visto che dalle donne arrivano soprattutto le reazioni e le manifestazioni contro il linguaggio machista e spesso misogino di Bolsonaro.

Rosilene Wansetto, sociologa di San Paolo ecoordinatrice di“Jubileu Brasile”, fa notare che il “Brasile è il quinto Paese del mondo per violenza contro le donne e molti sono casi di femminicidio commessi da compagni o mariti. Coloro che soffrono questi tipi di violenza sono quasi sempre povere, vivono nelle periferie, si tratta spesso di donne di colore non protette e non conoscono le procedure legali per denunciare i loro aggressori”.

Prosegue la sociologa: “Viviamo ancora in una società segnata dal maschilismo, dal patriarcato e che crede che la donna debba obbedienza, non essendo portatrice di diritti”. Conferma l’economista Sandra Quintela, vicepresidente dell’Istituto Pacs di Rio de Janeiro: “L’aporofobia, o avversione ai poveri, è un termine che si riferisce al razzismo e alla xenofobia, creato dalla filosofa Adela Cortina dell’Università di Valencia in Spagna, può essere una spiegazione per la patologia sociale che vive il Brasile.

Qui la povertà è composta principalmente da donne di colore. Il 70% di coloro che ricevono una sovvenzione familiare sono famiglie nere. Il reddito delle famiglie di colore è la metà del reddito medio di una famiglia bianche”. E’ in questo clima culturale che si sta rafforzando la candidatura di Jair Bolsonaro.

Commenta Cristiano Morsolin, esperto diritti umani in America Latina: “Condivido l’analisi di Rosilene Wansetto, il crescente consenso elettorale verso il candidato di estrema destra Bolsonaro esprime una visione di maschilismo e una proposta autoritaria particolarmente preoccupante, come dimostrano le 200 iniziative organizzate de collettivi femministi e di donne impegnate in tutto il Brasile, denominato ‘Ele nao'(lui no!)”.
https://agensir.it/…/brasile-domani-il-primo-giorno-delle-…/

Foto: Cristiano Morsolin con la candidata presidenziale Marina Silva (Verdi, ex PT)

BRASILE: Premio Nobel per la Pace e mons. de Witte schierati al fianco di Lula. L’appello all’Italia: “Pronunciatevi in difesa del popolo brasiliano”, articolo Morsolin su IL FARO

Marina silva BR y YO 1marzo 2018

Fra le polemiche che stanno accompagnando questo scorcio di campagna elettorale in Brasile, al voto il 7 ottobre, quella che vede coinvolta la Chiesa cattolica, schierata contro i valori anti-evangelici della destra, è inevitabile e chiarificatrice. Mons. André de Witte, vescovo della diocesi di Ruy Barbosa (nello Stato di Bahia) e presidente della Commissione Pastorale della Terra CPT, in seno alla Conferenza episcopale brasiliana (CNBB), è stato duramente attaccato sui social media dai sostenitori del candidato filo-fascista alle presidenziali Jair Bolsonaro (Partito Social-liberale) per la “Lettera al popolo di Dio sulle elezioni 2018”  pubblicata sul sito della diocesi il 24 settembre. La notizia è giunta all’Agenzia Fides da p. Gilvander Moreira, assistente teologico della Commissione, nello Stato di Minas Gerais. Gli attacchi sono confermati, sostiene Fides, da altri sacerdoti e laici di Ruy Barbosa, preoccupati per la situazione.

Son saltati i nervi ai fautori di Bolsonaro perché il vescovo ha raccomandato nella sua missiva di non scegliere senatori e deputati federali che hanno sostenuto «l’emendamento costituzionale n.95/2016, conosciuto come “PEC della Morte” (il congelamento per 20 anni di ogni tipo di investimento in politiche pubbliche e sociali) e la riforma del lavoro». Ed ha anche chiesto di non votare candidati «che attacchino i diritti umani e difendano l’uso delle armi come soluzione ai problemi sociali», e neppure quanti «non difendano i valori della vita dalla fecondazione fino alla morte naturale, della famiglia secondo il progetto di Dio, della libertà religiosa, del rispetto, della salute, dell’educazione, del diritto a un tetto e della preservazione dell’ambiente».

Piuttosto, è il consiglio di de Witte, si scelgano persone che «lottano per il riconoscimento dei territori indigeni», delle comunità «quilombolas» (discendenti di schiavi afrobrasiliani) e degli zingari, e «che si impegnano per la riforma agraria, per l’edilizia popolare e per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici». E si stia attenti a verificare se i candidati, non solo alla Presidenza ma anche alla Camera e al Senato, «sono più preoccupati di un buon marketing della loro immagine nella campagna elettorale anziché di presentare proposte per i grandi problemi sociali del Paese».

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Premio Nobel per la Pace e mons. de Witte schierati al fianco di Lula. L’appello all’Italia: “Pronunciatevi in difesa del popolo brasiliano”

FOTO: Morsolin C. e la candidata presidenziale Marina Silva (verdi, ex ministra Ambiente di Lula nel 2003)

Delitto di solidarietà. Una testimonianza su Mimmo Lucano e il modello Riace – di C. Morsolin su IL FARO

Mimmo Paris

Ho conosciuto Mimmo Lucano, pochi mesi dopo la sua prima elezione come sindaco di Riace, durante la marcia nazionale dei sindacati a Locri, nel lontano 1 maggio 2006. C’era il passaggio di consegne nella lotta anti-ndrangheta tra il vescovo-prete operaio monsignor Giancarlo Bregantini, in partenza per nuova diocesi di Campobasso, e Mimmo e il suo esempio di accoglienza in un Piccolo paese della Calabria divenuto un símbolo riconosciuto a livello mondiale, come conferma il messaggio della cara amica sindaca di Barcellona Ada Colau (Podemos): “L’Italia di Matteo Salvini perseguita e arresta Mimmo Lucano, uomo onesto, lavoratore infaticabile, sindaco di Riace, esempio dell’accoglienza e coesione sociale. Le cittá europee devono reagire, Barcellona sta con Riace”, conclude Ada Colau.

Proprio nella Giornata Internazionale della Nonviolenza, istituita dall’ONU nell’anniversario della nascita di Gandhi, la criminalizzazione della solidarietà ha fatto un nuovo, vergognoso passo avanti con l’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Clelia Bartoli, coordinatrice dell’Associazione Giocherenda di Palermo, un progetto innovativo di integrazione e condivisione con Ragazzi/e migranti (precedentemente collaboratrice della Ministra Cecilie Kyenge), racconta il geniale modello creato da Mimmo Lucano e dai riacesi.

Clelia Bartoli commenta: “Qualche anno fa ero andata a Riace, andai perché stavo scrivendo un libro sul razzismo istituzionale (Razzisti per legge. L’Italia che discrimina, Laterza 2012). Il pezzo su Riace (che riporto qui sotto) concludeva il volume, come a dire: si può essere istituzioni e lavorare con intelligenza, coniugando sviluppo locale e accoglienza. Purtroppo il razzismo istituzionale ora cresce a dismisura, mettendoci tutti in pericolo, intossicando l’ambiente, ferendo i corpi e imbruttendo le nostre anime.

A Riace giunsero dal mare i santi siriani Cosimo e Damiano; qualche secolo più tardi dalle acque emersero due aitanti greci in bronzo, ma presto se ne andarono in un museo di Reggio Calabria; qualche anno dopo approdarono centottanta kurdi, che i riacesi ospitarono e rifocillarono, spronati dai giovani di Città futura, un’associazione locale. Ad ospitare rifugiati i riacesi ci presero gusto e decisero di aderire ad un programma nazionale di accoglienza dei migranti in fuga da guerre, persecuzioni e dittature, ma lo fecero in modo creativo, come sintetizza Lorena, una ragazza che lavora in un progetto del comune: «aiutando ci siamo aiutati».
Riace Superiore è un borgo medievale in collina, affacciato sullo Ionio, sito nel territorio della locride che – oltre mare ed arte – vuol dire ‘ndrangheta, cemento, disoccupazione ed emigrazione. I paeselli della zona negli anni si sono svuotati, impoveriti, divenendo vecchi e diroccati.

A primo acchito quindi Riace si presentava come un posto con poco per i suoi abitanti e meno ancora per chi viene da fuori; in realtà delle risorse c’erano: era pieno di case abbandonate, malmesse ma recuperabili; la vita costava molto poco; la gente non aveva troppi pregiudizi forse perché ciascuna famiglia riacese ha i suoi migranti o forse perché – come mi spiega il sindaco Domenico Lucano – si è tramandato l’arcaico principio di garanzia della sicurezza: «accogli il forestiero tanto bene che non potrà esserti nemico». Fatto sta che ai rifugiati che andavano arrivando, invece di un posto letto in un grande centro di accoglienza, veniva dato un appartamento. Ciò non ha destato le invidie dei paesani perché in questo modo le case e le strade venivano aggiustate, l’arrivo dei bambini ha fatto riaprire la scuola oltre a portare un po’ di allegria in un paese che rischiava di tramutarsi in ospizio, la crescita della popolazione ha insomma migliorato i servizi per tutti.
Il programma SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) a cui ha aderito il comune, prevede un contributo a rifugiato di soli 24 euro giornalieri per un totale massimo di sei mesi (si fa presente che a Mineo un rifugiato costa circa il doppio: dai 40 ai 50 euro al dì), ma con questi soldi a Riace si riesce a dare casa, vitto, corso di italiano, doposcuola per i bambini, cure mediche e mediazione culturale e linguistica.

Questi soldi hanno portato un po’ di movimento all’economia del luogo, certo il problema del lavoro resta, ma ci si sta attrezzando. Sono stati realizzati – sparsi per il paese – dei laboratori artigianali (ceramica, vetro, ricamo, tessitura, falegnameria, cioccolata, ecc.): la regione mette a disposizione delle borse lavoro per il recupero dei vecchi mestieri e poi si integra con il venduto. In ogni bottega ci lavorano autoctoni e rifugiati insieme, cosicché gli stranieri hanno contribuito a recuperare le tradizioni locali. A questo proposito va menzionato il fatto che a Riace il Venerdì Santo si tiene una processione in cui viene rappresentata la passione di Cristo. Alcuni rifugiati musulmani mi hanno raccontato di aver partecipato come figuranti, a detta loro non intendevano rinnegare la propria fede ma semplicemente prender parte al più importante evento del paese.

La cosa che più rende orgogliosi i riacesi è però il turismo solidale: gli anziani al bar snocciolano le nazionalità delle persone giunte a visitare il paesello dell’accoglienza. Scolaresche, scout, giornalisti, registi e viaggiatori trovano alloggio a prezzi popolari nelle diverse case del borgo medievale.
In questo modo sono state create opportunità di impiego come educatori, operatori sanitari, albergatori, ecc. per diversi giovani del posto. Le figure professionali di cui invece non si sente il bisogno – dice il sindaco – sono le forze dell’ordine: in dodici anni di progetti con gli stranieri non si è verificato un solo incidente di ordine pubblico. Qualche incidente a Riace per la verità c’è stato: episodi di intimidazione mafiosa ai danni del sindaco, troppo avaro di concessioni edilizie.
Lucano ammette che la questione economica è certamente quella più complicata da affrontare dal momento che il mezzogiorno è stato ridotto in uno stato di passività e dipendenza cronica da un assistenzialismo viziato da frodi e magagne, aggiungendo però: «forse qui, attraverso i rifugiati, riusciamo ad avere delle idee che risolvono anche i nostri problemi».

E a riprova di come con le buone idee si possa trovar rimedio ai problemi, va menzionato lo stratagemma con cui l’amministrazione ha fatto fronte ai continui ritardi con cui arrivano i fondi per i progetti: a Riace si batte moneta. Sono state stampate banconote con l’effige degli eroi della pace e dell’impegno che possono essere utilizzate in paese come dei ticket e all’arrivo dei finanziamenti verranno scambiate. Lucano mi spiega che l’idea della moneta locale non ha il solo fine di ovviare all’attesa dei pagamenti ma promuove l’autonomia delle persone: quando il rifugiato che arriva riceve questi buoni ha da subito la possibilità di interagire con gli esercenti sforzandosi di imparare la lingua, stabilendo relazione con la gente del luogo, inoltre può decidere cosa acquistare piuttosto che vivere in una struttura dove alla spesa ci pensa qualcun’altro, alimentando nel migrante la dipendenza e impoverendone la dignità.
Il modello Riace riesce a gestire l’accoglienza con costi ridottissimi, distribuisce i benefici su tutti, senza collocare italiani e stranieri in due classi separate e antagoniste, ma provando ad allearli in un progetto di crescita per ciascuno e per tutti», conclude Clelia Bartoli.

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Delitto di solidarietà. Una testimonianza su Mimmo Lucano e il modello Riace (di C. Morsolin)

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