Archivo mensual: octubre 2023

Audienza della Magistrata Chacin – JEP per riconoscere Morsolin C. e sua figlia, vittime del conflitto colombiano. Nota Sir-Vaticano.

p. De Roux (Commissione della Verità) torna nel Paese dopo un anno. “Per una pace duratura serve trasformazione educativa ed etica”

9 ottobre 2023

Padre Francisco de Roux, il gesuita presidente della Commissione della Verità, è tornato in Colombia dopo un anno trascorso negli Stati Uniti, per un corso alla Duke University. In un colloquio con il Sir, parla di ciò che ritiene necessario per cambiare il Paese, che vive un delicato momento di transizione verso una possibile ma difficile “pace totale”. “Quando abbiamo iniziato a lavorare alla Commissione pensavamo di conoscere l’entità della sofferenza, ma ci ha sopraffatto – afferma p. De Roux –. In cifre molto rapide si contano più di 51.000 rapimenti, più di 18.000 bambini portati in guerra, più di 120.000 giovani colombiani uccisi con le armi in combattimento”. Tra i dieci punti chiave, che riassumono il centinaio di raccomandazioni della Commissione per la Verità, ci sono: una grande pace, una trasformazione educativa ed etica, i cambiamenti nel modello economico, la trasformazione della sicurezza, l’incorporazione dei gruppi etnici, la costruzione territoriale regionale, i cambiamenti nella giustizia e la trasformazione della politica.
Per il presidente della Commissione della Verità, questo elenco può essere riassunto in soli tre punti. Il primo è quello relativo al cambiamento educativo ed etico. Secondo de Roux, questo punto è importante perché il primo problema strutturale è “in noi stessi” e dobbiamo superare le differenze e le stigmatizzazioni che sono state fatte. “Dobbiamo capire chi siamo e mantenere questa storia sempre viva nei bambini, ricordare ogni ragazzo che hanno ucciso in un falso positivo, ogni villaggio che hanno distrutto, ogni assassinio, ogni omicidio che la guerriglia ha commesso. Com’è possibile che abbiamo visto tutto questo in televisione e che questa società non abbia reagito?”, ha riflettuto De Roux.
Il secondo punto riguarda le trasformazioni che devono essere fatte nell’economia. Francisco de Roux ha affermato che è prioritario includere i giovani. A questo proposito ha affermato che “non vogliono regali, non vogliono che le aziende creino fondazioni, quello che vogliono è poter partecipare alla produzione”.
L’ultimo punto evidenziato da Francisco de Roux è quello del cambiamento del sistema di sicurezza. Ha sottolineato che l’esercito e la polizia devono essere trasformati per la pace, “dove nessuno è visto come un nemico”. E conclude: “Qualsiasi arma oggi non attacca lo Stato, non attacca le istituzioni, è un attacco al popolo colombiano, alla possibilità di costruire un futuro”, ha detto De Roux, che ha anche chiesto di escludere le armi dalle discussioni politiche. “Non si può più fare politica con le armi”, ha concluso De Roux.
Commenta Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “Padre De Roux ci parla di fiducia e coraggio, passeggiando nel parco della Soledad. Parole che mi hanno ispirato nell’udienza che ho avuto martedì 3 ottobre a Bogotá, dopo un anno e mezzo che aspettavo, con Nadiezhda Henríquez Chacín, magistrata della Giurisdizione speciale per la pace (Jep), per essere dichiarato il primo cittadino italiano – insieme a mia figlia W.G. – dichiarato vittima del conflitto armato colombiano in seguito alla persecuzione subita dall’ex capo paramilitare Fernando Vargas Quemba (fondatore del gruppo Morena, nel 1989), oggi formatore dell’Accademia militare statale. Ho assistito, inoltre, direttamente agli attacchi da parte della polizia speciale Esmad con gas letali che hanno avuto come vittime anche bambine di 5 anni, come mia figlia, che frequentava l’asilo Semillas, davanti alla porta n. 30 della Università nazionale, durante le manifestazioni studentesche”.

La ministra colombiana Susana Muhamad y la ministra española Ione Belarra son reconocidas a nivel mundial por denunciar el genocidio que esta sufriendo el pueblo de Palestina.

«Indignación por las victimas civiles del terror de Hamas en Israel, incluida la ciudadana colombiana. El estado de Israel debe cumplir con carta de la ONU. A diferencia de Hamas, Israel es Estado miembro de la ONU. El mundo no puede ignorar genocidio en Gaza» ha comentado la Ministra de Ambiente de Colombia, Susana Muhamad, al investigador italiano, Cristiano Morsolin.

La ministra de Ambiente, Susana Muhamad, fue una de las personas que asistió a la manifestación de apoyo a Palestina frente a la embajada en Colombia. el pasado martes 17 de octubre de 2023. “El mundo no se puede quedar atónito mirando esta situación, sino que debería intervenir”, manifestó en diálogo con Blu Radio. El abuelo de la alta funcionaria era palestino y ella, además, tiene familia en Cisjordania, con la que no ha podido establecer contacto, razón por la se sumó a los ciudadanos que mostraron su solidaridad con quienes están padeciendo los horrores de la guerra en Gaza.

Acompañé la manifestación pública contra el genocidio en curso contra el pueblo palestino. Como descendiente palestina en Colombia invito a no callar y a la solidaridad mundial con el pueblo Palestino”, expresó en sus redes sociales.

Susana Muhamad también defendió la posición del presidente Gustavo Petro frente al conflicto palestino-israelí. Recordó que el jefe de Estado colombiano, “un mes antes en Naciones Unidas, se había referido con claridad al contexto palestino, había criticado claramente no solo la falta de acción sino la hipocresía de las grandes potencias mundiales entre la simetría de atención en el conflicto de Ucrania con Rusia frente a una ocupación y un conflicto que lleva décadas y que había quedado absolutamente abandonado en la diplomacia internacional”.

“Cuando pasa este ataque de Hamás, que yo personalmente creo que hay que condenar frente a la forma como este ataque generó afectaciones a civiles inocentes, el presidente lo que pone de presente primero es el contexto en el que se da esto y la hipocresía que, además, vamos viendo en las siguientes semanas se mantiene por parte de las potencias mundiales”, indicó Susana Muhamad.

“Yo creo que el presidente Petro fue uno de los pocos líderes que entendió esta situación mucho antes de que se produjera, obviamente él no sabía lo que iba a pasar con Hamás, pero entendió el drama que estaba viviendo ese país, el silencio frente a la situación de Palestina y él se mantuvo en esa línea, y creo que ha sido una voz valiente y una voz que ha puesto de presente esa inequidad política que muchos han callado y que muchos, porque hay intereses económicos, intereses políticos muy sólidos en Oriente Medio, se han hecho los de la vista gorda frente a un pueblo y una población a la que se le han negado todos sus derechos por mucho tiempo”, recalcó sobre el mandatario colombiano.

Sobre la condena a Hamás que aún no ha sido expresada por el Estado colombiano, la ministra Susana Muhamad cree, “pero esto sí ya es una opinión totalmente personal, que con el tiempo el presidente va también a reconocer esa brutalidad de Hamás, pero en ese momento políticamente optó por darle visibilidad a la situación palestina y a lo que podría venir y alinearse inmediatamente con la situación del pueblo palestino”.

FUENTE:

https://noticias.caracoltv.com/politica/susana-muhamad-petro-ha-sido-una-voz-valiente-mientras-muchos-callan-sobre-palestina-rg10

presidente Boluarte consegna medaglia al merito di cittadinanza al vescovo Barbetta per quanto fatto da Operazione Mato Grosso. Commento di Morsolin su SIR-Vaticano.

2 ottobre 2023

La presidente della Repubblica del Perù, Dina Boluarte, ha consegnato la medaglia al merito di cittadinanza alla diocesi di Huari, rappresentata dall’amministratore apostolico, mons. Giorgio Barbetta e dal vicario generale padre Walter Flores Lara, rendendo così omaggio all’Operazione Mato Grosso e all’opera promossa da padre Ugo de Censi, fondatore del movimento missionario, molto radicato in Perù.
Nei loro interventi, sia mons. Barbetta che la presidente Boluarte hanno sottolineato il ruolo svolto in quella parte del Paese – in particolare nel distretto di Chacas – da padre De Censi, a favore della popolazione più indigente.
Nel suo discorso, la presidente ha sottolineato che il religioso ha lasciato un segno attraverso i suoi oratori, le sue scuole e i suoi laboratori di formazione artistica; De Censi e i suoi seguaci hanno sviluppato “il più grande processo di inclusione sociale che sia mai avvenuto in Perù, senza l’intervento dello Stato”. Questo risultato è stato ottenuto aumentando il tenore di vita della popolazione contadina locale, incrementando la produttività delle patate e la produzione di prodotti caseari.
Boluarte ha promesso di visitare Chacas nel prossimo futuro per vedere questo fenomeno sociale in loco. Ha inoltre dichiarato che visiterà i rifugi esistenti nella Cordillera Blanca, che offrono alloggio ai visitatori e agli alpinisti.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, commenta al Sir: “La presidente della Repubblica peruviana Dina Boluarte ha sottolineato l’impegno missionario, che unisce preghiera e azione, dell’Operazione Mato Grosso, in particolare del suo fondatore, padre De Censi (morto nel dicembre 2018) che con oltre 50 missioni in Peru ha costruito scuole, oratori salesiani, laboratori di formazione artistica e di formazione professionale per migliaia di bambini e giovani delle Ande, migliorando la loro qualità di vita. È un’alternativa al razzismo strutturale di cui parlava la Commissione della Verità (Cvr) nell’agosto 2003. Proprio 20 anni fa, ero a Lima testimone diretto, come cooperante Aspem, quando il Presidente della Cvr Salomon Lerner consegnava il rapporto finale, sottolineando che anche il volontario dell’Omg Giulio Rocca, era stato ucciso dal gruppo guerrigliero Sendero Luminoso. Va sottolineato che a Isolaccia, si è svolta lo scorso 25 settembre 2023 una toccante celebrazione in memoria di Giulio Rocca, il giovane eroe nato in questo piccolo paese valtellinese il 30 marzo 1962 e tragicamente ucciso in Perù il 1° ottobre 1992, mentre aveva deciso di entrare in seminario”.

Como, il card. Cantoni a Isolaccia (Sondrio) ricorda Giulio Rocca, ucciso in missione in Perù nel 1992

26 Settembre 2023 @ 9:00

“Sono passati vari anni dal giorno in cui Giulio è stato ucciso in terra peruviana, il 1° ottobre 1992. Membro dell’Operazione Mato Grosso, è giunto a maturare la convinzione di dare la propria vita per Cristo come suprema forma di imitazione di lui. Sappiamo che a questa scelta Giulio non è giunto immediatamente. Egli ha, come tutti, saputo evolvere da quando si è interrogato sul senso della propria vita, a contatto con tante situazioni di povertà”. Lo ha affermato ieri a Isolaccia (Sondrio) il card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, ricordando Giulio Rocca durante una celebrazione. “È cresciuto progressivamente, da ateo insoddisfatto e inquieto, guidato dalla sapiente mano di Dio, che è solito adattarsi alle condizioni di ciascuno di noi. Egli ci plasma all’interno della nostra storia, con rispetto della nostra libertà e della progressiva maturazione umana e di fede”. Il card. Cantoni ha aggiunto: “il sacrificio di Giulio non è stato vano. La sua figura continua ad affascinare ancora tanti giovani come voi”. “Onoriamo oggi Giulio Rocca riconoscendo in lui quella lampada descritta nel vangelo di oggi. Una lampada che è posta in alto, su un candelabro, perché chi entra possa vedere la luce. È la luce radiosa della Croce di Gesù, che ha associato a sé i suoi martiri, quali Giulio e prima ancora don Daniele Badiali, Nadia De Munari, quali testimoni di una vita donata in pienezza, modelli per tutti noi, che vogliamo fare della nostra vita un capolavoro di grazia”.
Giulio Rocca nasce ad Isolaccia il 30 marzo 1962. Con gli amici del gruppo “Operazione Mato Grosso” fin da ragazzo svolge varie attività per raccogliere fondi a sostegno delle missioni in America Latina. Nel 1985, a venticinque anni, parte per il Brasile per vivere quattro mesi tra i poveri. Più tardi, nel 1988, torna in missione, questa volta in Perù per un tempo più lungo. Nella missione di Jangas incontra padre Ugo De Censi che gli affidò vari compiti di servizio in varie missioni della zona.
Giulio si occupava delle spese alimentari, di questioni burocratiche e amministrative. Insieme a padre Ugo, Giulio approfondisce il proprio cammino di fede, che lo conduce a scoprire la vocazione sacerdotale con il desiderio di regalare la vita a Dio nel servizio ai più poveri. Il 27 settembre 1992, pochi giorni prima di morire, Giulio scrive al vescovo di Huaraz in Perù per chiedere di iniziare il seminario. Nella notte del 1° ottobre viene però rapito dai terroristi di Sendero Luminoso e ucciso con due colpi di pistola alla tempia. Il suo corpo viene ritrovato, con addosso un cartello con la scritta “La carità addormenta la coscienza dei poveri”.