Archivo mensual: febrero 2022

card. Zuppi (Bologna) a W Radio, “molte parti dell’accordo finora rimaste lettera morta, ma la pace è il miglior affare che si può fare”. Commento di Morsolin su Sir-Vaticano.

16 febbraio 2022

“Sono geograficamente distante dalla Colombia, ma credo che alcuni rischi debbano essere accettati per la pace. Andare verso la pace non significa mai andare contro la giustizia, ma bisogna affrontare i rischi. Penso sempre che il dialogo sia l’unico modo per raggiungere un buon compromesso. È sempre necessario riattivare il dialogo e anche per la Colombia è la via per raggiungere la pace dopo decenni di violenze, nel vostro bel Paese”. Lo ha affermato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, in un’intervista rilasciata all’emittente colombiana W Radio.


Il porporato è stato intervistato in quanto ha maturato una profonda conoscenza della realtà del Paese sudamericano quando era assistente della Comunità di Sant’Egidio. In quella veste partecipò agli incontri a Roma con la segreteria della guerriglia delle Farc nei primi anni 2000. Alla luce di quell’esperienza, ora afferma che è fondamentale lavorare sulla fiducia.
E a proposito delle difficoltà che incontra l’applicazione dell’accordo di pace del 2016 ha affermato: “Penso che ci siano tante cose che non sono state applicate, sono rimaste lettera morta e non può essere così, perché la fiducia muore. Nei vostri accordi ci sono molte ragioni per superare la sfiducia”.
Riguardo a quanto la Chiesa sta facendo nella costruzione della pace, ha indicato che essa “svolge un ruolo” nella riconciliazione e ha evidenziato l’importanza del dialogo per conformarsi a quanto concordato all’Avana: “La pace è il miglior affare che si può fare”, ha affermato il card. Zuppi.
Invece, “nella guerra ci sono molti interessi, i più invisibili sono lasciati indietro, la guerra sa vincere dalla sofferenza degli altri. Il narcotrafficante fornisce benzina per la guerra, noi dobbiamo fornire benzina per la pace. Non possiamo mai accettare la sofferenza di nessuno, perché sappiamo che la sofferenza dell’altro, di mio fratello, è anche la mia sofferenza”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, commenta: “Ho seguito in diretta l’intervista del card. Matteo Zuppi, insieme al professore Andres Inampus, direttore dell’Istituto per la Pace dell’Università Santo Tomas di Bogotá. Il card. Zuppi, che ha lavorato per la pace in Mozambico, offre vari spunti di riflessione per fermare la guerra, la violenza del narcotraffico nella frontiera con Venezuela. Emerge il richiamo a seguire il magistero di Papa Francesco. Lo stesso obiettivo che stiamo perseguendo nella preparazione di un corso universitario sulla costruzione della pace”.

Lobby de Morsolin sobre encuentro del Papa Francisco.

FOTO: Papa Francisco recibe en udiencia Morsolin Cristiano

2 de febrero de 2022

Como experto de derechos humanos en Latinoamérica, Cristiano Morsolin ha colaborado a la elaboración de esta nota publicada por la agencia  italiana ANSA:

Papa Francisco se reúne con Gustavo Petro

Encuentro de 45 minutos sobre violencia y medioambiente

(ANSA) – BOGOTA, 02 FEB – El precandidato presidencial colombiano de izquierda, Gustavo Petro, sostuvo hoy una audiencia privada con el papa Francisco, en el Vaticano.
    La reunión se desarrolló por espacio de 45 minutos y el aspirante presidencial, del llamado Pacto Histórico y favorito según las encuestas, estuvo acompañado por su esposa Verónica Alcocer.
    Durante el encuentro, Petro y el Santo Padre hablaron de la violencia que azota al país sudamericano y sobre el cambio climático.
    «La conversación giró alrededor del problema y la búsqueda de solución a la violencia en el país y el papel de liderazgo que asumiría Colombia en el contexto Latinoamericano para poder consolidar el esfuerzo y superación de la crisis asociada al cambio climático».
    Explicó la campaña del precandidato en un comunicado divulgado este miércoles en Bogotá.
    La reunión de Petro y Francisco sorprendió al país político, dado que hasta ahora no era común que los aspirantes presidenciales se reunieran con el Papa, dado que esos encuentros se daban entre jefes de Estado y el máximo jerarca de la iglesia Católica.
    La prensa local aseguró que la campaña del precandidato de izquierda tramitó la cita ante el nuncio apostólico en Bogotá, Luis Mariano Montemayor.
    El gobierno reaccionó al hecho a través del embajador ante la Santa Sede, Jorge Mario Eastman, quién avisó en Twitter que el Papa se reuniría con «todos los candidatos presidenciales que así lo han pedido, porque le interesa el futuro de Colombia».
    El mensaje en esa red social del diplomático fue eliminado, aunque los diarios y radios locales dieron cuenta del contenido.
    Según la prensa colombiana, los candidatos Federico Gutiérrez, de derecha, y Rodolfo Hernández, independiente, también habrían solicitado reunirse con Francisco.
    La campaña de Petro informó que el aspirante le llevó de regalo al Papa tres libros sobre la historia del país, discos de vinilo de música folclórica local y una «hamaca artesanal».
    Detalló, además, que esta no es la primera vez que el precandidato se encuentra con Francisco.
    Según su campaña, en julio de 2015 Petro participó en un coloquio sobre «Esclavitud Moderna y Cambio Climático» en el Vaticano, en calidad de alcalde de Bogotá.
    En el evento él y los demás mandatarios invitados «suscribieron una declaración que en su momento fue firmada por el Papa Francisco».
    Petro ya se había adelantado a sus rivales políticos en contienda con visitas al extranjero, al reunirse el pasado 10 de enero con el jefe del gobierno español, Pedro Sánchez, y varios de sus funcionarios.
    En su momento Bogotá, a través de la vicepresidenta y canciller, Marta Lucía Ramírez, mostró su disgusto por ese encuentro y confío en que Madrid abriría sus puertas a otros candidatos presidenciales.
    «Con esta visita, Gustavo Petro sigue mostrando la consistencia y compromiso por los aspectos fundamentales de su propuesta: el cambio climático, los derechos de las minorías, la inclusión y la vida», dijo la campaña en un comunicado.
    El próximo 13 de marzo se llevarán a cabo las elecciones legislativas y las primarias de los tres grandes bloques políticos en contienda.
    Dada su popularidad, se da por descontado que Petro ganara las primarias del Pacto Histórico.
    Las presidenciales serán el 29 de mayo y en caso de balotaje, los colombianos volverán a las urnas el 19 de junio.
    (ANSA).

https://ansabrasil.com.br/americalatina/noticia/politica/2022/02/02/papa-francisco-se-reune-con-gustavo-petro_3d1a5ef3-e949-4422-839f-e8fb52927e95.html

Comentario del Jefe de Prensa del Senador Gustavo Petro, Andres Hernandez ha agredicido el lobby realizado por Morsolin :

Un abrazo, gracias siempre

Ruth Quevedo, dirigenta nacional de Colombia Humana, ha declarado:

“Que gran noticia el encuentro de Petro con Papa Francisco. Maravilloso tu trabajo, Cristiano.”

lettera del vescovo Barreto (Quibdó) e delle organizzazioni del Pacifico al presidente Duque, “chiediamo incontro urgente” , speciale Sir-Vaticano.

15 febbraio 2022

“Siamo preoccupati che la risposta dello Stato alla grave situazione sociale, resa visibile attraverso missioni umanitarie, abbia solo una risposta di smentita che potrebbe contenere sullo sfondo l’intenzione di mettere a tacere ciò che sta accadendo”. La Chiesa cattolica, altre chiese riformate e un nutrito cartello di organizzazioni etnico-territoriali e sociali del dipartimento occidentale del Chocó e della zona occidentale del dipartimento di Antioquia hanno inviato una lettera al presidente Iván Duque, resa nota nel contesto dell’assemblea plenaria dell’episcopato colombiano, in cui chiedono urgentemente un incontro con le autorità di alto livello del Governo nazionale, accompagnate dall’autorità giudiziaria (Defensoría del Pueblo e Procura generale della Nazione) e da garanti della comunità internazionale, compreso l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani. A farsi portavoce di tale richiesta è il vescovo di Quibdó, mons. Carlos Barreto.
Tale richiesta, chiarisce la lettera, è il risultato delle risposte insoddisfacenti pervenute dal Governo e dalla forza Pubblica al rapporto presentato il 18 novembre 2021, dove sono riportati i risultati delle sei missioni umanitarie che si sono svolte nel corso dell’anno 2021. Le missioni, condotte dai rappresentanti di Chiesa e società civile, hanno evidenziato la crisi umanitaria sempre più grave e complessa che sta attraversando questa parte del territorio, dove la più colpita continua ad essere la popolazione civile.
L’ incontro richiesto si propone di instaurare “un dialogo trasparente e rispettoso sui punti sollevati dalle organizzazioni sociali, etnico-territoriali e dalle Chiese nel documento diffuso lo scorso 18 novembre e approfondire le motivazioni e le azioni della società civile”; nonché di ricevere “risposte concrete, complete, immediate ed efficaci, provenienti dai diversi livelli dello Stato e del Governo, al fine di fermare la violenza e affrontare la crisi umanitaria che colpisce gravemente la vita e la sopravvivenza delle comunità di Chocó, Antioquia occidentale e del Pacifico in generale”.
Mons. Barreto, insieme alle altre organizzazioni, fa una serie di circostanziate denunce. Per esempio afferma che il 25 novembre 2021 il comandante della forza militare congiunta “Titan”, il generale di brigata Oscar Murillo, ha presentato una richiesta di chiarimento o rettifica ai membri delle missioni, perché ritiene che la loro testimonianza leda il buon nome dell’Esercito, quando si parla di relazioni tra membri delle forze di sicurezza e gruppi paramilitari.
In qualità di portavoce delle comunità, il Vescovo di Quibdó afferma, al contrario, che il rapporto tra la forza pubblica e i gruppi al di fuori della legge si percepisce in alcuni luoghi, dove c’è libertà di movimento dei paramilitari senza un effettivo controllo da parte dell’Esercito.

http://www.agensir.it

Colombia: nuove minacce al vescovo di Buenaventura. Appello della Chiesa al Governo perché protegga la popolazione dai gruppi armati

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmailPrint8 Febbraio 2022 @ 10:55

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La Chiesa colombiana, attraverso le parole di padre Darío Echeverri, segretario generale della Commissione nazionale di conciliazione, emanazione della Conferenza episcopale colombiana, ha rivolto ieri un appello urgente al governo del presidente Iván Duque per rafforzare l’accompagnamento della comunità di Buenaventura, che si trova, da tempo e in modo crescente, alla mercé della criminalità organizzata. La città, che sorge sul Pacifico, nel dipartimento di Valle del Cauca, è il maggior porto colombiano e per questo canale privilegiato di traffici illegali
Padre Echeverri ricorda, in particolare, che il vescovo di Buenaventura, mons. Rubén Darío Jaramillo Montoya, continua a essere oggetto di minacce contro la sua vita e contro il libero svolgersi del suo ministero episcopale. Situazione già emersa lo scorso anno, in modo molto preoccupante. Nell’occasione, il Sir aveva intervistato il vescovo. Secondo le informazioni ufficiali, mons. Jaramillo è stato avvertito nei giorni scorsi che non potrà visitare alcune zone del porto perché rappresenterebbe per lui un rischio mortale. Una situazione, questa, che impedisce lo sviluppo della sua attività pastorale. E venerdì scorso il vescovo, impossibilitato a passare per le strade di Buenaventura, ha benedetto la città dall’alto, a bordo di un elicottero, invocando la pace e il superamento delle ingiustizie.
“Siamo molto preoccupati per la vita di mons. Rubén Darío Jaramillo, che da buon pastore e portando nel cuore il dolore del suo popolo, ha denunciato quanto sta accadendo lì – spiega padre Echeverri -. Gli attori armati in questa regione sono spietati nei confronti di questa popolazione, e lui ha avuto il coraggio, il valore profetico, di denunciare quanto sta accadendo lì. Per questo ora ne è la vittima”. Dalla Chiesa colombiana arriva anche l’invito agli attori armati a porre fine alla loro crudeltà contro gli abitanti del porto di Buenaventura, la cui popolazione è composta perlopiù da afro-discendenti, indigene e contadine. Da decenni la Chiesa è l’unica realtà che difende la popolazione, fin dai tempi del vescovo Gerardo Valencia Cano, di cui è stato ricordato nei giorni scorsi il 50° della morte, avvenuta in uno strano incidente aereo.

mons. Pinzón su “minga indigena” e incontro missionari della Consolata, “prendersi cura della casa comune compito. Commento di Morsolin su Sir-Vaticano.

FOTO: Monseñor Pinzon e Cristiano Morsolin

9 febbraio 2022

“Abbiamo riunito persone diverse, contadini, indigeni, leader religiosi, leader sociali, per pensare insieme, riflettere e cercare alternative che ci portino ad essere custodi della casa comune, a essere più responsabili con la cura del comune casa. Ci auguriamo che ciò su cui riflettiamo porti benefici per il nostro territorio, per l’Amazzonia e per questa casa comune, che è la casa di tutti”. È quanto afferma il vescovo del vicariato apostolico di Puerto Leguízamo Solano (Colombia, dipartimento amazzonico del Putumayo), mons. Joaquín Pinzón, nel tracciare un bilancio della “minga” (assemblea) indigena, che si è tenuta nei giorni scorsi a Puerto Leguízamo. Nei giorni successivi, sempre nella stessa città, si sono ritrovati i missionari della Consolata del Continente latinoamericano. “Prendersi cura della nostra casa comune è compito di tutti noi”, ha affermato il vescovo, che ha spiegato: “Non siamo solo persone, siamo persone in relazione con la nostra casa comune. Non spetta a noi distruggere la natura che Dio ha posto nelle nostre mani”.


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Commenta l’esperto di diritti umani Cristiano Morsolin: “Il vescovo Pinzón ha appena coordinato con la sua Chiesa nell’Amazzonia questi due incontri molto importanti, la ‘minga per la custodia della Casa comune’ e ‘l’incontro dei missionari della Consolata’, nei giorni del secondo anniversario della lettera apostolica di Papa Francesco Querida Amazonia. Le sue parole pongono nell’agenda nazionale l’esigenza della difesa della casa comune, in continuità con il servizio dei padri della Consolata, avviato in Colombia dal vescovo Lino Cuniberti e dall’antropologo e missionario Gaetano Mazzoleni. Quella del vescovo è una presa di posizione importante, perché nella campagna elettorale per le elezioni parlamentari di marzo e presidenziali di maggio nessuno cita il tema dell’Amazzonia e della difesa della casa comune, mentre lo sfruttamento selvaggio delle multinazionali sta distruggendo il polmone del pianeta”.
Un forte impegno per l’Amazzonia e la sintonia con il Sinodo del 2019 è stato espresso, nel loro documento finale, dai missionari della Consolata. Nell’incontro della scorsa settimana sono state avviate anche delle nuove iniziative, come la creazione del Centro amazzonico per il pensiero interculturale (Capi) presentato all’incontro dal vicariato di Puerto Leguízamo Solano, frutto di un processo di riflessione e discernimento. “È un’iniziativa per promuovere la riflessione, la formazione e l’organizzazione delle diverse esperienze missionarie che si intrecciano con le comunità e i diversi popoli che fanno parte di questo territorio – si legge nel documento finale -. Insieme al Capi, sosteniamo la creazione di un’équipe missionaria itinerante trifrontaliera per il bacino del Putumayo, in Colombia, Perù ed Ecuador”.

Colombia: a Puerto Leguízamo l’incontro continentale dei missionari della Consolata. Condivise esperienze sull’accompagnamento delle popolazioni indigene 

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmailPrint3 Febbraio 2022 @ 16:43

Condividere esperienze, ascoltare il grido della foresta e delle comunità; cercare nuove vie per una presenza più forte e consapevole della situazione da parte dei popoli che la abitano. Sono gli obiettivi dell’incontro continentale dei venti missionari della Consolata, riuniti dall’1 al 5 febbraio nella città colombiana di Puerto Leguízamo, nel dipartimento amazzonico del Putumayo. Nell’agenda dell’incontro la priorità è data allo scambio di esperienze, in chiave sinodale, dei missionari che accompagnano le popolazioni indigene di Brasile, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela.
Al tempo stesso, viene messo in atto l’ascolto di alcuni leader delle comunità indigene, contadine e afrodiscendenti, per costruire sulla base del dialogo i percorsi che determineranno il futuro della congregazione in Amazzonia. L’incontro rappresenta, inoltre, l’occasione per il lancio ufficiale di un centro studi sull’Amazzonia promosso dalla congregazione. A questa iniziativa è connesso il rafforzamento del Centro di documentazione indigena (Cdi) a Boa Vista (Roraima, Brasile). I due progetti di propongono di conservare la memoria delle missioni e di fornire preziose informazioni a chi si occupa di preservare la cultura indigena. Tali strumenti sono rivolti non solo ai ricercatori delle università e delle scuole, ma anche agli studenti di teologia e ai missionari che giungono per la prima volta nella regione.
Ieri i missionari hanno partecipato, nella cattedrale di Puerto Leguízamo, alla messa per la Giornata della Vita consacrata, presieduta dal vescovo del vicariato apostolico di Puerto Leguízamo-Solano, mons. Joaquín Pinzón, anch’egli padre della Consolata. La celebrazione è stata preceduta da una processione con l’icona di Nostra Signora della Luce molto cara al popolo afrodiscendente.